lunedì 1 ottobre 2012

0 Dylan Dog 172–Memorie dal sottosuolo

Trama: un uomo di nome Darren bussa alla porta di Dylan Dog e racconta una storia riguardante i Pennycoat, una strana comunità che viveva in un villaggio non lontano da Londra. Questa microsocietà era ligia a precise regole che anni prima l’avevano portata alla decisione di seppellire viva Hezel, una donna giudicata colpevole di aver ucciso il marito. Darren , l’uomo che riporta queste informazioni a Dylan, era l’amante di Hezel che per disperazione si era messo a scavare nella tomba appena coperta di terra per cercare di salvare la sua amata. Ci riesce ma insieme a lei risorge dal mondo delle tenebre anche il defunto marito di lei, mettendo in fuga il giovane che da allora è alla strenua ricerca di Hezel. Dylan, impietosito dal dolore di Darren e allo stesso tempo incuriosito da tutta la faccenda, decide di mettersi in viaggio con Groucho alla ricerca di ulteriori informazioni sulla scomparsa di tutti i Pennycoat, apparentemente uccisi dal marito di Hezel. In realtà ci sono ancora dei superstiti dell’antica famiglia ma vengono fatti fuori nel modo più cruento possibile. L’elemento che sembra unirli è il settore lavorativo in quanto tutti loro lavoravano in campo mortuario, compresa l’unica superstite una certa Henna, truccatrice di morti. Dylan riesce piano piano a far emergere particolari molto inquietanti che confluiscono nella scoperta che in realtà Darren non è altri che un componente della famiglia Pennycoat…

Commento: questo albo è straordinario, perfetto da ogni punto di vista e soprattutto per niente banale. Seppure molte volte nella ormai lunga storia di questa pubblicazione è stato toccato il tema della comunità di villaggio che nasconde arcani segreti, qui abbiamo un punto di vista nettamente diverso che rende la storia puntuale, precisa e molto coinvolgente. Non è possibile capire appieno la storia se non la si legge fino all’ultima pagina, non si possono fare pronostici o previsioni o elaborare tesi che riescono a dispiegare e svolgere la matassa sapientemente creata da quel genio di Paola Barbato (talento naturale a quanto vedo). Tutto ha una spiegazione ma bisogna avere la pazienza di aspettare che i vari pezzi di puzzle vadano al loro posto attraverso affascinanti quanto crudi flashback. La storia dei Pennycoat è bella ma niente a che vedere con la complessità del personaggio Hezel-Donna che in fin dei conti porta questo albo a vette di vera perfezione. A me è sembrato di leggere un romanzo piuttosto che un fumetto e quando si provano tali piacevoli sensazioni si capisce come il mondo dei comics possa avere una vita lunga e florida. Complimenti alla Barbato!

VOTO: 10

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