sabato 23 giugno 2012

1 Telefilm anni 80: quando la televisione ci rendeva felici

Essendo nata nel 1977 ho avuto la fortuna di potermi sparare in vena una massa indefinita di telefilm anni 70 e 80 visto che in quell’epoca Fininvest offriva un ventaglio di scelta enorme, non come ora che il massimo che ti consente è un overdose di La signora in giallo, Csi New York, Los Angeles Miami, Sticavoli oltre che il sempre imperdibile omino coi baffi e basette protagonista di Walker Texas Ranger che ormai presumo viaggi con dentiera e orinale a portata di mano.

La televisione un tempo ci coccolava da mattina a sera, dall’inverno all’estate e seppur con qualche acciacco c’erano dei telefilm che seppure mandati in onda a ciclo continuo per dieci anni di seguito rappresentavano per noi bambini di quegli anni un appuntamento imperdibile, una ricorrenza da rispettare come Natale e Pasqua. Io e mia sorella per esempio amavamo l’estate non tanto per il mare e i gelati quanto per la possibilità di rivedere dalla prima puntata La casa nella prateria, un telefilm ambientato nell’America di fine Ottocento che vedeva al centro la mitica famiglia Ingalls, sempre alle prese con qualche gatta da pelare. Ci piaceva eppure andavamo alle elementari massimo alle medie. Ora non riesco proprio a immaginarmi uno di 10 anni che prende e si mette davanti alla televisione a guardare gente con le braghe lunghe e i basettoni. Ci voleva amore e passione per le storie semplici ma allo stesso tempo emozionanti. Avevamo anche le nostre puntate preferite (mi ricordo tra le tante la fiera del paese con le mele caramellate che ci facevano sempre venire l’acquolina in bocca nonostante non le avessimo mai mangiate in vita nostra). Riuscivamo in qualche modo a immedesimarci nei personaggi e nelle storie e questo ci porta ancora adesso a ricordare con piacere quelle mattine afose sul divano di casa con pacchetti di patatine San Carlo e pane pizza, con gli occhi grandi come case e l’impazienza di veder finire la pubblicità per sentire la mitica sigla di testa che dava inizio alle nostre mattinate no stop. Dopo guardavamo Fantasilandia ed era come entrare in un mondo incantato fatto di ambientazioni hawaiane e desideri che si avveravano grazie a Mr Roarke, una sorta di mago in abiti da gelataio.In campo magico poi non mancava Strega per amore, vero must di quegli anni. Divertente, molto retrò e con una sigla indimenticabile. Mi ricordo poi che verso l’ora di pranzo passavamo direttamente sulla Rai per vedere (a volte anche in prima visione) l’altro mito di quel decennio, cioè Saranno Famosi. Quella era emozione pura. Siamo cresciute con il mito di Leroy e le lezioni durissime della tostissima signorina Grant che introduceva la puntata con tutta quella filippica sul fatto che ci volesse sudore e fatica per raggiungere il successo. Era anche questo un telefilm che insegnava tante cose ma rivisto a distanza di anni non ha retto il passare del tempo e così ecco che è sparito in via definitiva dai nostri palinsesti. I telefilm da maschi non ci piacevano e quindi non li guardavamo mai: A-team, Magnum PI, Supercar e via dicendo. Io personalmente impazzivo per le sit com: i Robinson, i Jefferson, Webster, Arnold, Genitori in blue jeans, Super Vicky e mille altri. Li ho visti e rivisti tutti perché mi facevano sognare e divertire e accompagnavano tutti i pomeriggi dopo i compiti di scuola e Bim Bum Bam. Sono stata capace anche di vedere tutta le stagioni di Kiss me Licia, Love me Licia, Teneramente Licia, Cri cri, Arriva Cristina e tutta quella roba indecente con gente con parrucche di colori impossibili e con le voci doppiate. La televisione era una componente imprescindibile delle nostre giornate, non potevamo vivere senza anche perché poi uno dei piaceri maggiori stava nel fatto di commentare i vari episodi con chi condivideva le nostre stesse passioni per esempio i compagni di classe. Grazie a giornaletti come Cioè a volte trovavamo anche le classiche figurine o poster da appiccicare al diario o appendere nelle pareti immacolate delle nostre stanze. La televisione la si viveva a 360 gradi sia col sole che con la pioggia ed era impossibile uscire quando c’era un episodio di un telefilm che seguivamo anche perché non tutti avevamo il videoregistratore.

Ora che ho Sky ho la possibilità di rivedere su un canale le serie che hanno fatto la storia della TV ma non riesco ad appassionarmi proprio perché ho perso lo spirito di quegli anni. Ora è una visione solitaria e triste, il bello si è perso. Prima era una visione condivisa legata a momenti belli e intimi, come quando durante la puntata dei Robinson che andava in onda all’incirca verso le 18,30 mia madre afferrava i ferri gialli per fare la maglia e fuori magari c’era freddo. Vedevo quel gomitolo che diventava sempre più piccolo e sapevo che ero a casa, in famiglia, felice, con la stufa accesa e il telecomando enorme del Telefunken su un bracciolo del divano.  

  

   

1 sentenze:

Ric69 ha detto...

Sono nato nel 1969, ricordo benissimo quei telefilm, momenti indimenticabili, i mesi estivi che non si andava a scuola... Bellissimi ricordi......quanto si era felici pur non avendo la Playstation o iPhone...

 

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