domenica 29 aprile 2012

0 Piccole bugie tra amici (2010)

Il cinema è iniziato in Francia alla fine del XIX secolo e in un modo o nell’altro questo Paese è sempre stato in grado di dare quel qualcosa in più rispetto alle altre cinematografie mondiali, che so, una nuova strada da battere o un nuovo modo di raccontare attraverso il mezzo filmico, ma è soprattutto negli ultimissimi anni che i registi francesi stanno distanziando di molte misure sia gli americani (imbattibili per lunghi anni) che gli italiani (indecenti oltre ogni possibile immaginazione). Il cinema francese crea infatti commedie che inanellano successi al botteghino e si fanno ricordare per le emozioni vibranti che sanno suscitare nello spettatore, mai preso in giro con finali facili o trame stupide (marchio di fabbrica infamante del nostro cinema italiota).

Les petits mouchoirs è un esempio perfetto di come dovrebbero essere realizzati i film. Il regista, Guillaume Canet, opera il miracolo di confezionare un film di ben 154 minuti che tiene viva l’attenzione del pubblico dall’inizio alla fine. Il tema è quello dell’amicizia e dell’egoismo umano. I protagonisti sono un gruppo di amici parigini (chi single chi sposato con prole) che vive una tragedia proprio all’inizio delle ferie estive: Ludo, un ragazzo dell’allegra brigata, viene coinvolto in un incidente stradale che lo riduce praticamente in poltiglia. I suoi amici, in un primo momento traumatizzati e con gli occhi lucidi, decidono comunque di non rinunciare alle loro tradizionali vacanze al mare e così, lasciando il moribondo in balia del suo destino (“in fondo Ludo non scappa mica”) partono tutti insieme per la solita meta, carichi di buonumore e musica a palla. Tutto sembra bellissimo ma in realtà sono tanti i problemi celati dietro i sorrisi di circostanza, le piccole bugie del titolo: Vincent si è innamorato di Max, sua moglie compensa con i porno su pc vista la latitanza del marito, Max è pieno di soldi ma tirchio da far paura, Marie passa da un uomo all’altro fino a rendersi conto di essere rimasta incinta. Insomma chi più chi meno ha il suo piccolo dramma personale che però viene celato a tutti per evitare di riconoscere le proprie debolezze. Nessuno di loro è cattivo, ma tutti sono profondamente egoisti e questa piccola rivelazione gli viene fatta proprio sul finale da chi non appartiene al loro gruppo ma che dall’esterno li conosce meglio di quanto loro conoscano se stessi. E così ecco sopraggiungere il dramma finale…

Nella prima parte del film ci si diverte in modo spettacolare con battute e situazioni spiritose, adatte a far conoscere meglio i protagonisti, tutti perfetti e particolarmente azzeccati (impossibile fare nomi visto che tutti ma proprio tutti svolgono il loro compito in maniera sublime). Tutti si ritrovano nella villa di Max, tra bottiglie di vino, ostriche, champagne e gite in barca ma anche tra sortite al vicino market per fare mastodontiche spese. Per contribuire a questa sensazione di familiarità con il posto e tra di loro, gli attori hanno vissuto qualche giorno proprio nella villa delle riprese poco prima del primo ciak. Soluzione perfetta e realistica. Assistiamo ad una classica vacanza tra amici di lunga data ed è impossibile non farsi coinvolgere dalle piccole grandi storie che si intrecciano lungo le due settimane di permanenza al mare.

Nella seconda parte invece si vira verso la consapevolezza e il dolore, concretizzatesi nella notizia della morte solitaria di Ludo. Tutti a quel punto prendono coscienza del loro egoismo e si ritrovano al funerale dell’uomo con le loro frasi di addio che suonano come una campana a morto sulle spensierate giornate che non torneranno più o che prima o poi lo faranno ma con qualcosa di irrimediabilmente diverso.

Quanta poesia in questo capolavoro: ogni gesto, ogni frase, ogni sguardo non è lasciato al caso, perché tutto è funzionale al racconto dove del resto non c’è spazio né per la volgarità né tantomeno per i luoghi comuni, tanto presenti nei prodotti made in Usa che ormai puzzano di vecchio e stantio. I francesi stanno conquistando il mondo con attori (Cluzet e Cotillard per citarne solo due) e storie che sfidano la crisi del cinema con armi validissime ed efficaci. Preparate i fazzoletti!

VOTO 10 

 

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