mercoledì 4 maggio 2011

0 Uman Take Control: schifezza o genialità?

Lunedì 2 Maggio è iniziata l’avventura degli 8 sfigati in tutine imbarazzanti. Ovviamente non essendo un’appassionata di Montalbano e dei Ris, ho deciso di farmi male e affrontare con animo disilluso la prima puntata di un reality privo di senso. Il giudizio già dopo i primi lentissimi 10 minuti si presentava pessimo: ritmo assente, concorrenti idioti, giochi da Buona Domenica antesignana e opinionisti inutili come un cercapersone nel deserto. Insomma un disastro salvato a malapena dal grandioso Mago Forrest e dalla sempre bella e simpatica Rossella Brescia. L’elemento interessante e allo stesso modo allarmante è stato il rendersi conto che persino i conduttori (solitamente abituati a condurre programmi comici di qualità) erano consapevoli della bruttezza del loro stesso programma e ciò non faceva che aumentare la sensazione di un flop annunciato e confermato dai dati d’ascolto del giorno dopo (inferiori al 10%). Come mai? La domanda sembrerebbe pleonastica ma in realtà merita una riflessione attenta per motivi che spiegherò più avanti. Oltre ai già citati difetti c’è l’incoerenza di trasformare un format che viaggia per lo più sul web in uno spettacolo televisivo. Non è concepibile la spesa di 1 euro per esprimere delle preferenze idiote come per esempio: chi vuoi che abbia la faccia dipinta come il colore della sua tuta? Sarebbe consigliabile continuare a far esprimere pareri gratuiti e immediati sul web, metodo divertente e accessibile a tutti. Tanto stiamo parlando di un target generazionale che si rivolge ai giovani, di certo non alla massaia di Voghera o all’ottuagenaria col televisore in bianco e nero.

Passiamo oltre. Nonostante la prima negativa sensazione di programma fatto coi piedi, ho deciso di farmi male concedendomi il colpo di grazia del live su mediaset video. Beh che dire il giudizio è cambiato considerevolmente. Oddio i concorrenti rimangono sempre quello che sono: ossia uomini e donne con un singolo neurone che gira a vuoto. Però diventa divertente vedere come si può ridurre la gente per uno scampolo di popolarità. Gente che piange perché non ha i suoi prodotti di bellezza o perché gli mancano le sigarette (prontamente concesse dalla produzione e Dio solo sa perché), gente che vomita dopo un pasto composto da misteriosi cibi frullati, gente che dorme sul pavimento finché da casa non concedono un letto (da montare). Insomma è un po’ la fiera del trash allo stato più puro ma fa passare il tempo a chi ha un’oretta da buttare, considerato anche il fatto che è tutto gratuito a differenza del Gf che concede la visione live 24 ore su 24 solo ai possessori di mediaset premium.

Insomma si tratta di una novità che potrebbe funzionare solo se concepita unicamente per il web lasciando da parte la televisione incapace di stare al passo con l’immediatezza di una semplice cliccata sul mouse. La pubblicità, i ritmi lentissimi, i presentatori inutili mediatori di un rapporto che già esiste tra spettatori e concorrenti, tutto questo ammazza la trasmissione e non le concede più di un mese di vita. Diciamo poi che tutto il meccanismo di gioco fa acqua da tutte le parti, l’assegnazione punti è misteriosa e quindi ciò che rimane è esclusivamente un Grande Fratello dei poveri, che si svolge in una stanza bianca con tappeto scorrevole e con gente pronta a sclerare da un minuto all’altro. Ci si può accontentare? Diciamo che in Italia siamo ancora lontani dal creare prodotti veramente immediati e ben fatti, non c’è voglia di sperimentazione e quindi ciò che viene fuori da un tentativo sopra le righe è un brutto compromesso tra un programma comico e un reality con pochi mezzi.

Da correggere quanto prima  

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