lunedì 2 maggio 2011

0 El Brellin Milano

 

El Brellin è un bel ristorante situato nella zona dei Navigli, anzi diciamo pure che a colpo d’occhio si pone come il locale più caratteristico dell’intero quartiere. E’ ormai la quarta volta che decido di pranzare in questo fantastico frammento di una Milano che non c’è più e anche stavolta non posso che confermare la qualità elevata delle materie prime e l’abilità dello chef nel trasformare pietanze a prima vista semplici in portate da veri gourmet. Sono stata al Brellin praticamente in ogni stagione e col cambiare dei mesi ovviamente vi è anche un ricambio nel menu che conserva comunque quelli che sono i piatti tipici milanesi, ossia l’immancabile osso buco, il classicissimo risotto allo zafferano e la cotoletta alla milanese.

Stavolta la mia scelta è ricaduta sui fusilli alle zucchine e sulla cotoletta, il tutto accompagnato da un calice di ottimo rosso (Dolcetto delle Langhe). Il cibo era come al solito buono e genuino ma devo dire che il prezzo come al solito non corrisponde del tutto alla quantità e alla tipologia delle portate comparse sulla tavola. I fusilli con le zucchine in tutta onestà sono un piatto da trattoria alla buona considerato anche il fatto che si trattava di semplice pasta industriale e non fatta artigianalmente. La quantità andava benissimo tenendo conto del fatto che sono a dieta, ma per un comune essere umano sarebbe stato un aperitivo scarsissimo. La cotoletta era invece abbondante e accompagnata da un buon ma non indimenticabile tortino di patate. Il vino come già accennato in precedenza era ottimo ma ciò non giustifica del tutto il suo prezzo. Qualcuno mi dirà che a Milano tutto è giustificato, soprattutto i prezzi dei ristoranti tipici in zone turistiche ma io rispondo che non avendo esperienza di altri ristoranti in questa o altre zone del capoluogo lombardo, con tutta probabilità non è impossibile che si possa trovare qualcosa di altrettanto buono ma a un prezzo inferiore. Pagare 50 euro a cranio per un primo scarso, una cotoletta e un bicchiere di vino mi sembra francamente troppo considerato anche l’altra nota dolente di questo incantevole e prestigioso locale. Ossia la maleducazione e lo snobbismo imperante da parte dei camerieri, istruiti evidentemente a trattare con un’assoluta mancanza di rispetto i forestieri sprovvisti di accento straniero o di pedigree milanese e le persone vestite casual sportivo. La sensazione è stata questa e non è la prima volta. Non sono abituata a vestirmi col tacco e il tailleur per andare a pranzo, però i soldi per permettermi di mangiare in un ristorante di medio alto livello ce li ho e questo dovrebbe bastare a qualsiasi personaggio in livrea che mi serve a tavola con la puzza sotto il naso nonostante la divisa da porta vivande.

Il maleducato in questione ci ha fatto scegliere il tavolo senza neanche accompagnarci, ci ha mollato lì due menu dopo di che, neanche un minuto dopo è arrivato a prendere le comande nonostante avesse visto che ero al telefono, motivo per il quale sono stata costretta a spostarmi per non riuscire a sentire la persona dall’altra parte del telefono. Non sono abituata a parlare al cellulare in un luogo pubblico, anzi lo detesto ma trattandosi di una chiamata urgente ed essendo vuoto il locale (tra l’altro la veranda neppure l’interno del ristorante) non potevo non rispondere. Il modo sollecito di far mangiare me e la mia amica in modo veloce è continuato per tutto il pranzo. Non potevamo poggiare la forchetta che già il cameriere stava portando via tutto. Per tutto il pranzo poi abbiamo avuto il fastidioso giardiniere o chi per lui che toglieva le foglioline ingiallite dal pergolato ad un passo da noi impedendoci di avere la privacy che avrebbero meritato i 100 euro di spesa finale. Inutile dire che difficilmente tornerò in questo locale la prossima volta che capiterò a Milano.

Al proprietario consiglio una maggiore attenzione verso i clienti (che essi siano meridionali, cinesi, russi o africani) che meritano di essere trattati con il dovuto rispetto dalle persone incaricate del loro benessere dall’ingresso nel locale fino all’ultimo respiro tirato all’interno del perimetro del ristorante. 

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