lunedì 2 maggio 2011

0 Ballando con le stelle

Ballando con le stelle 2011 è stata la trasmissione che mi ha fatto firmare un armistizio con la televisione italiana dei nostri giorni. L’ho seguito dalla prima all’ultima puntata senza avere mai un calo di attenzione ma anzi appassionandomi di sabato in sabato ai vari aspiranti ballerini e ai loro fantastici maestri.

Questa trasmissione è ciò che rimane dei grandi show che hanno fatto grande il panorama televisivo italiano ed è assurdo perché il suo successo dovrebbe spingere i vari direttori di reti pubbliche e private a liberare l’etere dalla volgarità, dalla finzione per riscoprire i valori di trasparenza e onestà ormai introvabili nella nostra società e nei mass media in generale. Ci siamo abituati agli opinionisti, alle liti create ad arte, alle soap opera spacciate per vita reale (ogni riferimento al Grande Fratello non è puramente casuale) che solo a tratti riusciamo a riavvicinarci ad una parvenza di umanità.

Milly Carlucci rappresenta la donna che non è scesa a compromessi, che ha sudato come poche e che è riuscita a superare tre decenni senza sparire mai del tutto, senza riciclarsi, senza sputtanarsi in un reality o su uno sgabello da opinionista. Molti non amano il suo stile ingessato perché lontano dalle logiche che vedono la donna presentatrice come una persona arrogante (Simona Ventura), ammiccante (la lista sarebbe impressionante), dittatoriale (Maria De Filippi) o ossequiosa nei confronti della maggioranza. Milly esiste da che ho memoria. La ricordo nelle trasmissioni estive della fininvest (per esempio Bellezze al bagno) e poi a Scommettiamo Che per tante edizioni, accompagnata da un Fabrizio Frizzi ancora credibile con quella sua faccia da sfigato e la moglie babbiona in prima fila. Certo la Carlucci non brilla per simpatia ma è vera, onesta, ci mette la faccia, non da adito a scandali, non si interessa di politica, ha idee che mette su un tavolo e che diventano successi con il lavoro e la fatica. La Mirigliani le ha tolto Miss Italia perché contraria all’idea che si trasformasse in un talent. La Mirigliani forse avrebbe ragione se non fossimo in un’epoca in cui è chiaro che le tizie che partecipano a Miss Italia non sono altro che aspiranti veline, che la ragazza della porta accanto non esiste più, che viviamo nel mondo delle Papi Girl e che l’acqua e sapone si usa solo per lavarsi le mani ormai.

Anche Paolo Belli è uno che ce l’ha fatta col lavoro e la pazienza. Era solo un ragazzo grassoccio con la passione per il jazz e i capelli lunghi tirati su in un codino anni 90 e adesso è uno showman che guida una fantastica orchestra. Stiamo parlando di meritocrazia signore e signori. Certo la fortuna conta, magari anche la spintarella ma se sei bravo la gente lo riconosce e se non vali niente nessuno ti ricorderà.

Questo post è solo un modo per esprimere la speranza che la televisione possa ancora darci modo di sognare, che si allontani del tutto dalla politica dalla cronaca dal gossip. Non vuol dire che preferiamo non pensare al marcio che ci tocca sopportare di giorno in giorno ma solo che la televisione è fatta per distrarre non per drogarci di parole, opinioni e manovre politiche atte a indirizzare i voti e le preferenze della gente.

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