mercoledì 4 settembre 2013

0 Hunger Games - Suzanne Collins

Primo romanzo della ormai celebre trilogia scritta da Suzanne Collins. Premetto che ancora non ho visto il film perché generalmente preferisco leggere prima il romanzo soprattutto perché spesso capita che i registi stravolgano letteralmente l'opera che ha ispirato il loro lavoro. Devo dire che leggendo Hunger Games si riesce facilmente a immaginare che ne possa essere venuto fuori un gran film pieno di effetti speciali e azione al cardiopalma e questo pomeriggio nella tranquillità della mia stanza potrò finalmente vedere coi miei occhi questo campione di incassi.
Passiamo al libro. 
Devo dire che il mio giudizio è molto contrastante perché se da una parte è apprezzabile, ingegnosa e soprattutto originale la trovata di un fantomatico reality al massacro dall'altra non posso che criticare alcune scelte ridicole di questa scrittrice di cui è evidente il proposito di creare pruriti sentimentali nelle lettrici che possono facilmente identificarsi con Katniss. Mi riferisco soprattutto alla finta/vera storia d'amore tra la protagonista e il panettiere Peeta che si concretizza durante il loro "soggiorno" nell'Arena degli Hunger Games. Scusate il francesismo ma è una cosa che mi ha fatto letteralmente incazzare perché mentre procedevo nella lettura pensavo tra me e me che fosse davvero un buon romanzo nonostante io di solito diffidi tantissimo dei grandi boom editoriali (in particolare di quelli rivolti agli adolescenti). Scritto abbastanza bene anche se è impossibile non notare un certo dilettantismo nella scelta della prima persona e nell'uso del presente. Anche la protagonista è ben tratteggiata anche se ha un atteggiamente piuttosto incoerente: sembra selvatica, androgina e asociale ma cade in sollucchero se lo stilista gay la veste da bella donzella e se dal pubblico di Capitol City si levano fischi di ammirazione. Anche le descrizioni dei baci sono davvero stucchevoli e buone per un romanzetto rosa e personalmente le trovo fuorvianti. Ma il massimo del peggio si trova sul finale. Innanzitutto viene tranciato in modo grottesco. E' un finale troppo tagliato con l'accetta, troppo in media res. Persino la Rowlings che ha scritto ben 7 libri di Harry Potter non avrebbe mai scelto di lasciare tutti i protagonisti nel mezzo di qualcosa, semplicemente chiude l'anno scolastico e li rispedisce tutti sul treno verso Londra. E poi vogliamo parlare della suspence (che non c'è) del chiudere senza sapere come andrà a finire tra Katniss e i suoi due uomini?
Insomma un romanzo buttato via senza motivo. A parer mio il punto forte sta nella trama e nell'idea di un reality in cui sopravvive una sola persona, primo perché sfrutta un tema attuale portandolo alle estreme conseguenze e secondo perché dà modo di assistere sia alla sopravvivenza che alla morte dei protagonisti, in un caleidoscopio di situazioni (queste sì) ricche di pathos e di suspence.
Katniss è un personaggio che riusciamo a immaginarci abbastanza bene, mentre tutto il resto del "cast" è proprio frutto di una scrittura molto elementare. Tutti sembrano rispondere ad uno stereotipo e il loro modo di parlare (nei pochissimi dialoghi presenti nel romanzo, altro punto denotante la poca esperienza dalla Collins) è abbastanza stupido e ben poco realistico.
Sinceramente la lettura di questo romanzo non mi ha spinto a comprare il seguito per sapere come andrà a finire e questo non è per niente un buon segno. D'altra parte si può sempre migliorare e spero vivamente che il secondo romanzo della trilogia sia più convincente e meno infantile.
Voto 6   

0 sentenze:

 

La finestra sul cortile Copyright © 2011 - |- Template created by O Pregador - |- Powered by Blogger Templates