lunedì 6 agosto 2012

0 Disturbia (2007)

Trama: Kale è un ragazzo uscito miracolosamente illeso da uno spaventoso incidente che solo un anno prima ha visto morire il suo amatissimo padre. La sua allegria e spensieratezza sembrano essersi esaurite tanto da spingerlo ad aggredire il suo professore di spagnolo, colpevole di aver fatto menzione di suo padre con l’indelicata frase “cosa penserebbe di te tuo padre?” in seguito ad un’interrogazione andata male. La conseguenza di questo gesto è una cavigliera elettronica fornita dalla polizia che proibisce a Kale di allontanarsi da casa sua costringendolo di fatto agli arresti domiciliari per tre mesi. In tutto questo tempo Kale viene a scoprire tutto un mondo al di fuori della sua finestra, un mondo fatto di tradimenti, abitudini consolidate, belle ragazze ma anche di pericolosi assassini…

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Prodotto da Stephen Spielberg il film si presenta come il più classico dei thriller giovanilistici anche se prende ampio spunto dal celeberrimo La finestra sul cortile di Hitchcock (1954) , tanto da essere andato incontro ad una vera e propria accusa di plagio…del resto come poter ignorare le analogie nella trame dei due film? Là avevamo un grandissimo James Stewart costretto su una sedia a rotelle per una frattura alla gamba, mentre qui il protagonista è il giovane Shia LeBoeuf, al suo primo ruolo importante. Entrambi comunque vivono seppur per motivi diversi la stessa situazione di segregati in casa e entrambi scelgono come attività di svago l’osservazione dei vicini di casa, fino a quel momento semplici elementi di arredo nella vita sorniona del quartiere.

In Disturbia la tensione è qualcosa che viene fuori molto in ritardo sul ruolino di marcia del film che tende per molti versi a gigioneggiare nella descrizione del cazzeggio di Kale, fatto inizialmente di XBOX, ITUNES e junk food e poi di qualcosa di più morboso ma allo stesso tempo stranamente affascinante (proprio perché proibito dal senso comune) ossia l’osservazione delle abitudini dei vicini attraverso binocoli di ogni forma e misura. A questo stravagante hobby prendono piano piano parte anche due personaggi che in realtà potrebbero distrarsi in mille modi diversi potendo usufruire della più assoluta libertà, la bella Ashley (Sarah Roemer) e Ronnie, il migliore amico di Kale. Entrambi decidono di prendere parte al curioso tentativo di investigazione da parte di Kale nei confronti del misterioso vicino Turner, aiutando l’amico non che boyfriend a mettere insieme varie prove grazie alla possibilità di potersi muovere liberamente e di poter comunicare tramite cellulare.

Le cose si fanno maledettamente serie negli ultimi venti minuti di film ed è lì che il film diventa tutto sommato abbastanza lineare nel suo svolgimento: falso allarme, polizia scettica, killer che si vendica cercando di uccidere il ficcanaso, il ficcanaso entra nella casa degli orrori trovando mille cadaveri, poliziotto che muore, uccisione fortunosa del killer e lieto fine. Questo in realtà non disturba lo spettatore meno esigente ma potrebbe in effetti risultare abbastanza monotono per chi è un cultore del genere che troverà tutto alquanto telefonato con le solite azioni incoerenti di tutti i protagonisti. Io l’ho trovato abbastanza noioso in molte sue parti e se vogliamo anche lacunoso. Non capisco perché fare un preambolo così serio (incidente e trauma familiare) se poi questo elemento è del tutto trascurato all’interno del racconto che è chiaramente interessato a descrivere il modo in cui Kale riesce nella sua immobilità a scoprire un serial killer al di là della sua finestra. Ecco allora gli ingegnosi marchingegni costruiti a tavolino dal protagonista, novello Mc Giver degli anni 2000, ecco il cellulare e la telecamere come strumenti essenziali per carpire segreti ma anche per tenersi in costante contatto. Un elogio all’elettronica che toglie totalmente spessore al film.

La recitazione è funzionale al film, tutti dicono esattamente quello che ti aspetteresti e rivestono ruoli tagliati con l’accetta: la bella, l’idiota, lo sfigato con il quoziente intellettivo altissimo, la mamma rompipalle e l’assassino con la faccia insospettabile.

VOTO 6     

 

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