lunedì 27 agosto 2012

0 La memoria del cuore (2012)

Trama: Paige e Leo sono due giovani sposini innamoratissimi che in una sera d’inverno hanno un terribile incidente stradale che provoca una totale e irrecuperabile amnesia in Paige che scorda totalmente gli ultimi quattro anni di vita trascorsi accanto a suo marito. Leo cercherà in tutti i modi di risvegliare la sua memoria e il suo amore…

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La trama del film si presenta molto appetibile perché spinge lo spettatore a guardare nel buco della serratura di una coppia attraversata da una sfiga incommensurabile e in più se aggiungiamo che il film si basa su una storia vera beh il gioco è fatto.

Durante la visione del film un po’ ci mettiamo nei panni del povero Leo, impersonato da un discreto Channing Tatum attore dalla carriera in super ascesa in quel di Hollywood, marito dimenticato dopo quattro anni di delicatessen dall’effetto letale per un qualunque diabetico poco propenso a tanto profluvio di romanticismo e smancerie. Quest’uomo perde in una notte la propria ragione di vita e deve subire le conseguenze di questa amnesia a mezzo servizio che invece di eliminare il passato brutto di Paige sceglie di spazzare via ciò che di buono è avvenuto a partire dal loro innamoramento. E così deve sopportare il disprezzo dei suoceri fino a quel momento scomparsi in un salvifico buco nero, l’ex fidanzato di sua moglie che per giunta è oggetto d’amore da parte di lei, i due di picche continui e inesorabili e il cambiamento di look e di gusti alimentari dell’insopportabile nuova/vecchia Paige.

Quest’ultima è impersonata da una non memorabile Rachel McAdams, zuccherosa e insulsa come i cioccolatini di cui si ingozza in vari momenti del film. La sua espressività è come quella di un pesce rosso dietro il vetro di un acquario, non trasmette niente se non fastidio. Non è assolutamente capace di farci capire la sofferenza di una donna che ha perso la memoria, sembra una ragazzina viziata che ha finalmente riavuto indietro il prezioso cavallo a dondolo dopo quattro anni di triciclo a pedali, per giunta non di marca. Poco incisivi anche i genitori di Paige impersonati da due attempati attori ormai fuori dai grandi titoli del panorama cinematografico, Sam Neill e Jessica Lange.

La storia quindi è interessante, la recitazione è asettica anche se Tatum un po’ più d’impegno degli altri ce lo mette (altrimenti saremmo coricati sulla sedia a metà del primo tempo) e l’emozione latita. Insomma niente fazzoletti donne.

La conclusione del film è abbastanza fantasiosa nel senso che se l’amore non c’è non c’è, non riesco a immaginare che insistendo qualcosa possa rinascere, ovviamente tenendo conto che la memoria riguardante quella parte della vita di Paige non tornerà mai più. Potrebbe subentrare una sorta di abitudine alla frequentazione che poi non si concretizzerebbe mai in un amore rinato. In fondo il loro amore era nato da una sorta di colpo di fulmine che evidentemente in Paige non ha dato gli stessi risultati una volta persa la memoria. Più logico ma anche un po’ lezioso l’altro risvolto del film: la seconda occasione che Paige regala alla propria famiglia di origine che in effetti a guardare il film sembra proprio il nucleo di tutto, come se il povero Leo appartenesse alla parte meno vera della vita della moglie, sfuggita ad una famiglia dell’alta borghesia che l’aveva delusa. Paige quando incontra Leo si fa un tatuaggio, diventa vegetariana, si veste in modo casual, come se volesse cancellare il suo passato ma quando ha l’incidente ritorna esattamente com’era disprezzando la nuova se stessa. Un po’ frustrante per il marito no?

Insomma un film poco coraggioso, poco intenso e più simile ad un videoclip patinato che a un drammone strappalacrime.

VOTO 5,5

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