sabato 1 dicembre 2012

0 Il bestione (1974)–Sergio Corbucci

Trama: il lumbard Sandro Colautti e il siciliano Nino Patrovita sono due camionisti che lavorano insieme per la stessa azienda trasportando merci dall’alta Italia ai paesi stranieri. Inizialmente si detestano ma poco a poco finiscono per stringere una solida amicizia..

Questo film per me è stata una felicissima sorpresa perché è come sfogliare un album di fotografie degli anni 70 con tutto ciò che ha fatto di quel decennio un’epoca di crisi economica ma anche di speranza per il futuro. Si parla di tanti argomenti interessanti in un’ora e mezzo di comicità, amarezza e cruda realtà. Si parte con la scorreggia del Colautti, alle visite mediche per certificare l’idoneità a svolgere ancora il mestiere di camionista (con il triste prepensionamento di un collega ultra cinquantenne che finisce per suicidarsi), si parla del sesso promiscuo e veloce con le cameriere delle tipiche trattorie per camionisti lungo chissà quale autostrada, si parla degli scioperi dei lavoratori e delle colpe dei sindacati e si condivide per un po’ la vita di una categoria di lavoratori che svolge un mestiere ricco di difficoltà e solitudine.

A mano a mano che vedo film degli anni 70 sento sempre più una fortissima ammirazione per il cinema di quegli anni che offre un panorama vastissimo di prodotti di qualità. Questo è un caso lampante di ciò che dico ma la stessa sensazione me l’aveva regalata un meraviglioso film con Nino Manfredi (Pane e Cioccolata, 1973) che parla anch’esso degli italiani all’estero, della difficoltà di comunicazione ma anche del senso di inferiorità ma anche di orgoglio nazionale che apparteneva e per molti versi ancora appartiene a noi italiani. In questo film si calca molto la mano sul fascino latino che nei fatti non sempre si realizzava nel concreto, risultando essere soltanto un pensiero utopistico ma anche triviale nella mente dell’italiano alle prese con le straniere (a volte disponibili ma molto più spesso inorridite e direi schifate dalle avances del siculo Nino).

Cosa dire poi del fantasmagorico e strabiliante Giancarlo Giannini? Credibile sia nei panni dell’idiota che in quelli dell’uomo con alti principi morali. La sua recitazione è qualcosa che non si può spiegare si può solo rimanere senza parole e goderne appieno.

VOTO 9 

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