mercoledì 30 giugno 2010

0 Al bar dello sport (1983)

Lino (Lino Banfi) è un immigrato pugliese che si guadagna da vivere “rivitalizzando” tramite scossa elettrica delle cozze al mercato di Torino. Soggiorna come ospite a casa della sorella, sposata con un operaio torinese della Mirafiori e madre di un ragazzino spione e rompiballe. Lino non ha un quattrino ma in compenso è fidanzato da anni con una bella ragazza di Venezia, Rossana (Mara Venier), che fa la cassiera al “Bar dello Sport”, luogo che rappresenta l’unico diversivo nelle sue grigie giornate piemontesi.

Un giorno decide di giocare la schedina del Totocalcio accettando il suggerimento di Parola (Jerry Calà), lo sguattero del bar, muto e con il vizio del poker. Parola lo convince a mettere 2 nella partita Juventus Catania e grazie a questa dritta, diventa milionario centrando un bel 13. Tutti iniziano a chiedere la loro parte e Lino, dopo aver perso anche la donna, parte con Parola per la Costa Azzurra. Qui, il sordomuto si fa tentare dal Casinò finendo per perdere tutto il miliardo vinto e cosa resta da fare a Lino se non giocare l’ultima fiche e puntare tutto sul 2???

Commedia italianissima, dal cast, alla tematica del totocalcio, all’immigrato meridionale, alla colonna sonora (l’Italiano di Toto Cutugno). A me è piaciuto e forse sono matta. Non so ma da quando Lino Banfi si è riciclato con Un Medico In Famiglia, sono riuscita a scoprire i suoi talenti nel campo della recitazione e devo dire che in questo film, al di là di tutto, si piazza un buon gradino o due sopra il resto del cast. Come non citare Mara Venier e la sua pochezza ravvivata solo da un bel fisico? Jerry Calà fresco fresco di Sapore di Mare è messo a tacere dal suo stesso ruolo e questo è un bene per i miei delicati nervi visto che non ho mai sopportato le sue battute da idiota e la cadenza da meridionale trapiantato a Milano. Purtroppo la faccia è rimasta così come le sue espressioni facciali da rincoglionito. Facciamocene una ragione. Sigh. Il film ha un fondo amaro che racconta tra i sorrisi la situazione critica che vivevano i meridionali che cercavano fortuna al Nord, una storia fatta di battutacce, disprezzo e orgoglio che poi nel giro di 30 anni ha dato come frutto generazioni di ragazzi di origini meridionali che votano Lega e prendono a calci i nuovi immigrati. Questa pellicola racconta l’Italia prima di tutto questo e si sofferma anche su quella che era la grande passione dell’italiano medio, la ricerca ossessiva del 13 al Totocalcio. Oggi il Totocalcio esiste ancora, povero tra i poveri, soppiantato dalle scommesse sportive in tempo reale e dal Superenalotto. Un po’ fa tristezza questo film, troppo simile ad un vecchio album di fotografie, ma forse sta proprio qui il bello, poter riassaporare un po’ di quell’ingenuità che abbiamo perso per strada.

Voto 6,5

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martedì 29 giugno 2010

0 Morto Pietro Taricone, o’guerriero.

E così muore anche l’eroe del primo Grande Fratello, diciamo pure l’icona più rappresentativa di un programma che non ha più niente da raccontare esattamente da 11 anni, da quando questo ragazzo con la faccia da schiaffi e il corpo da palestrato è apparso su quella poltrona a raccontarci come essere stronzi con un italiano da laureato.

Quello che aveva rifiutato il gran baracchino delle Buone Domeniche e aveva preferito entrare nel mondo dello spettacolo dalla porta posteriore, quella più angusta, quella della meritocrazia e dello studio. Non era uno che si svendeva, era uno che quando andava ospite da qualche parte lo faceva per parlare della filosofia della vita, del suo modo di vedere la realtà che lo circondava sempre con una patina di cinismo, di “guardate, le cose stanno così, ora sono cazzi vostri”. Aveva sfiorato la vittoria al Grande Fratello ma il grande errore di aver illuso l’orfana del Lago d’Iseo l’aveva fatto bollare da tre quarti d’Italia come l’insensibile maschio italiano, cosa che diciamocelo, effettivamente era. Secondo le sue parole l’uomo era uomo e la donna era donna. Lui aveva alzato le spalle e aveva proseguito il suo cammino per niente attratto dalle serate da circo in discoteca o dai siparietti montati ad arte da Costanzo con tutte quelle scimmiette pronte a fare la riverenza per un gettone di presenza.

Aveva speso i primi soldi, tanti soldi, per gli acquisti da sogno, le macchine sportive, i capricci da ragazzo, per poi anni dopo dichiarare che si era in fondo pentito di aver gettato via in quel modo il suo denaro. Alzata di spalle e poi via verso la recitazione e le cose serie. Primi successi di nicchia nelle varie serie tv all’italiana, tra divise da carabiniere e pompiere. Era all’inizio di qualcosa che poteva essere importante, solo all’inizio, nonostante i suoi 35 anni. Forse invece lo aspettava una vita da mediano in un mondo che mal digerisce i frutti dei lombi dei vari reality.

Era raro vederlo da qualche parte a farsi intervistare, aveva preferito mostrarsi attraverso il lavoro e basta. Lui che ormai era cresciuto dentro e fuori, niente più bagordi ma solo una casa in campagna tra i suoi amati cavalli e le sue certezze: una donna bellissima e una bambina di pochi anni. L’unica cosa che non gli era passata purtroppo era la voglia di vivere comunque a 100 all’ora perchè un solo giorno senza emozioni era un giorno buttato via. Il paracadutismo, grande passione che condivideva con la sua compagna, se l’è portato via in una notte d’estate, dopo tante ore di sala operatoria, dopo che i medici erano riusciti faticosamente a ridurre le tante fratture, a bloccare l’emorragia interna, morto per improvvise complicazioni.

Una caduta dal cielo a 80 km all’ora non ti lascia molte vie d’uscita, o la morte o una vita che non è più vita. O guerriero forse sarebbe stato contento così, di andar via dal palcoscenico della vita mentre la vita se la stava godendo, come Steve Mc Queen, James Dean, e altri grandi e sfortunati personaggi che avevano sempre quello sguardo di persone che neanche in 100 anni avrebbero trovato una soddisfazione duratura.

Pietro aveva lo sguardo sfuggente e triste, era uno che non si voleva mostrare, che ti dava di sè solo quello che aveva voglia di darti, niente di più, perchè un uomo vero non si apre, aspetta che sia tu a farlo ma non è detto che gli interessi più di tanto.

Se n’è andato meritandosi le prime pagine dei giornali e dei telegiornali, che neanche si sforzano di ricordarlo per la sua carriera di attore ma solo per la sua partecipazione al Gf e per essere stato compagno di vita di Kasia Smutniak.

Triste e meritorio di un tuo grande Vaffanculo da lassù.

Addio o’guerriero

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martedì 22 giugno 2010

0 Atti di Vandalismo

Ieri tra una dose e l’altra di fiori di Bach al brendy ho ricevuto la splendida notizia che qualche brutta pustola di quartiere ha deciso di disegnare con una chiave una specie di Tris sul cofano della mia povera macchina con la conseguente (allettante) prospettiva di dovermi cambiare la carrozzeria. Il fatto a quanto pare è avvenuto nella notte tra un miagolio di gatto in amore e il rutto di un ubriaco, mentre con tutta probabilità dormivo con la mandibola tanto serrata da scricchiolare…chissà forse sognavo di spezzare ossa tra i denti, ossa di un fottuto essere subumano con la capacità intellettiva di un paramecio. Finora l’Uomo della notte si era limitato alla classica pisciata contro i palazzi della mia via, alla bottiglia rotta sul marciapiede o all’abbandono del materasso giallo gruviera davanti al portone. L’Uomo mi ha rotto il cazzo in via definitiva, l’uomo delle Scommesse davanti a casa mia che ci guarda storto perchè non gli abbiamo lasciato il parcheggio o perchè povero gli abbiamo fatto togliere uno dei due assurdi passi carrai (che già non c’è parcheggio e tu balengo ne vorresti due per i tuoi inesistenti clienti), l’uomo Pescatore che ti citofona quotidianamente per venderti delle misteriose cozze e tu che ti 6 rotto di dirgli “no guardi non m’interessa se un giorno mi sveglio con la voglia di una gastrointerite la vengo a chiamare”, l’uomo del bar con 80 anni per gamba e la tinta nei capelli che si fa venire i calli alle mani alle macchinette. Insomma quando il tuo quartiere diventa un porto di mare non ti puoi aspettare niente di meno che un cofano graffiato dall’Uomo Tigre.

E comunque a te che ti sei divertito a fare questo bel giochetto dico

MUORI ASFALTATO O PISCIA PIETRE PER IL RESTO DEI TUOI GIORNI

Vandalismo

mercoledì 9 giugno 2010

0 Strilla moleste

bimbo-che-piange-per-le-colichetteMa perchè non studiano dei SILENZIATORI VOCALI PER MOCCIOSI MOLESTI? La mia pazienza nella vita è prossima allo zero ma quando sento l’emisfero destro del mio cervello sfrigolare per carico di strillo infantile potrei compiere gesti inconsulti e suppongo penalmente punibili.

Ma Dio che ci ascolti da quel banco di nuvole lassù PERCHè HAI DOTATO L’ESSERE UMANO DAI 0 AI 5 ANNI DI UN VOLUME DI VOCE PROSSIMO ALL’ULTRASUONO? non potevi munirli di lampadina esocranica e montarli su ambulanze e camion dei pompieri? perchè fai in modo che la loro presenza molesta riempia gli aeroporti, le sale d’aspetto, i cinema e i funerali? ma soprattutto PERCHè LI HAI DOTATI DI GENITORI IDIOTI ALL’ENNESIMA POTENZA? Quelli dopo aver trombato fuori un neonato se ne lavano le mani e ridono di accondiscendenza mentre quello rompe i coglioni a tutta la gente che sta intorno. Ma dico io è POSSIBILE che non sapete educare un figlio? E poi se provi a dire Bah ti saltano pure addosso con la bava alla bocca. Ma che cazzo mi frega se si tratta di un bambino? Neonato o Nonna Abelarda se mi rompono il timpano mi incazzo uguale.

In certe cose vige la par condicio.

Poi ci sono quelli che strillano per motivi se vogliamo validi, tipo dente che spunta dalla gengiva o pannolone sporco di merda verde oliva, e poi ci sono gli STRILLONI DI PROFESSIONE, quelli che mettono tutte le loro forze per raggiungere una buona ottava e che saggiano l’effetto sulla gente che li guarda storto e più gli auguri lo stiramento delle corde vocali più si impegnano a trapanarti il cranio.

Ci sono due cose che mi fanno perdere il lume della ragione: il caldo e lo strillo dei mocciosi. Sarò la sola?

 

giovedì 3 giugno 2010

0 A scanner darkly (2006)

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Film particolare, un misto tra cartoon e animazione reale con protagonisti hollywoodiani: Keanu Reaves, Winona Ryder, Robert Downey. Pare sia stato candidato a Cannes e già questo spiega la mia quasi assoluta indifferenza alla qui presente pellicola. Quante decine di persone avranno visto questo esperimento di alta classe e introspezione? Non saprei, ma so che IO non avrei mai pagato per andare a vedere un film privo di finale. Perchè io amici non ho capito una mazza di come sia finita tutta la questione di questo povero agente infiltrato caduto nella tossicodipendenza e privo di funzionalità a livello cerebrale dopo aver ingerito grosse quantità di sostanza M (sostanzialmente merda sintetica di un imprecisato futuro, ma con progenitori nel nostro immediato presente). Intendiamoci non è un brutto film, la recitazione di Keanu e Downey è di un altro pianeta, ma non sono un amante del genere cervellotico, claustrofobico e masochista. Non amo il cinema alternativo, sono decisamente più pop e questa pellicola è lontana anni luce dall’essere commercialmente fruibile.

Voto 5

 

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