martedì 29 giugno 2010

0 Morto Pietro Taricone, o’guerriero.

E così muore anche l’eroe del primo Grande Fratello, diciamo pure l’icona più rappresentativa di un programma che non ha più niente da raccontare esattamente da 11 anni, da quando questo ragazzo con la faccia da schiaffi e il corpo da palestrato è apparso su quella poltrona a raccontarci come essere stronzi con un italiano da laureato.

Quello che aveva rifiutato il gran baracchino delle Buone Domeniche e aveva preferito entrare nel mondo dello spettacolo dalla porta posteriore, quella più angusta, quella della meritocrazia e dello studio. Non era uno che si svendeva, era uno che quando andava ospite da qualche parte lo faceva per parlare della filosofia della vita, del suo modo di vedere la realtà che lo circondava sempre con una patina di cinismo, di “guardate, le cose stanno così, ora sono cazzi vostri”. Aveva sfiorato la vittoria al Grande Fratello ma il grande errore di aver illuso l’orfana del Lago d’Iseo l’aveva fatto bollare da tre quarti d’Italia come l’insensibile maschio italiano, cosa che diciamocelo, effettivamente era. Secondo le sue parole l’uomo era uomo e la donna era donna. Lui aveva alzato le spalle e aveva proseguito il suo cammino per niente attratto dalle serate da circo in discoteca o dai siparietti montati ad arte da Costanzo con tutte quelle scimmiette pronte a fare la riverenza per un gettone di presenza.

Aveva speso i primi soldi, tanti soldi, per gli acquisti da sogno, le macchine sportive, i capricci da ragazzo, per poi anni dopo dichiarare che si era in fondo pentito di aver gettato via in quel modo il suo denaro. Alzata di spalle e poi via verso la recitazione e le cose serie. Primi successi di nicchia nelle varie serie tv all’italiana, tra divise da carabiniere e pompiere. Era all’inizio di qualcosa che poteva essere importante, solo all’inizio, nonostante i suoi 35 anni. Forse invece lo aspettava una vita da mediano in un mondo che mal digerisce i frutti dei lombi dei vari reality.

Era raro vederlo da qualche parte a farsi intervistare, aveva preferito mostrarsi attraverso il lavoro e basta. Lui che ormai era cresciuto dentro e fuori, niente più bagordi ma solo una casa in campagna tra i suoi amati cavalli e le sue certezze: una donna bellissima e una bambina di pochi anni. L’unica cosa che non gli era passata purtroppo era la voglia di vivere comunque a 100 all’ora perchè un solo giorno senza emozioni era un giorno buttato via. Il paracadutismo, grande passione che condivideva con la sua compagna, se l’è portato via in una notte d’estate, dopo tante ore di sala operatoria, dopo che i medici erano riusciti faticosamente a ridurre le tante fratture, a bloccare l’emorragia interna, morto per improvvise complicazioni.

Una caduta dal cielo a 80 km all’ora non ti lascia molte vie d’uscita, o la morte o una vita che non è più vita. O guerriero forse sarebbe stato contento così, di andar via dal palcoscenico della vita mentre la vita se la stava godendo, come Steve Mc Queen, James Dean, e altri grandi e sfortunati personaggi che avevano sempre quello sguardo di persone che neanche in 100 anni avrebbero trovato una soddisfazione duratura.

Pietro aveva lo sguardo sfuggente e triste, era uno che non si voleva mostrare, che ti dava di sè solo quello che aveva voglia di darti, niente di più, perchè un uomo vero non si apre, aspetta che sia tu a farlo ma non è detto che gli interessi più di tanto.

Se n’è andato meritandosi le prime pagine dei giornali e dei telegiornali, che neanche si sforzano di ricordarlo per la sua carriera di attore ma solo per la sua partecipazione al Gf e per essere stato compagno di vita di Kasia Smutniak.

Triste e meritorio di un tuo grande Vaffanculo da lassù.

Addio o’guerriero

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