mercoledì 21 agosto 2013

2 Bianca come il latte, rossa come il sangue - Alessandro D'Avenia

Ho scelto di immergermi in questo romanzo in modo molto casuale, unicamente spinta dal desiderio di trovare nuova compagnia in questa estate per me così triste e desolata. Avevo bisogno di leggerezza ma anche di profondità e il destino mi ha messo tra le mani questa storia scritta con semplicità da un autore italiano che non conoscevo. Non sapevo neppure che ne fosse stato tratto un film e mi sono sinceramente chiesta come l'autore abbia accettato di dare l'okay alla trasposizione cinematografica del suo romanzo che ha la sua forza proprio nell'immagine che ognuno di noi elabora nella sua mente. Non è una storia fatta di azioni ma soprattutto di pensieri e per me è un delitto trasformare questi pensieri in azione filmica.
La storia si svolge lungo l'arco di un anno scolastico (strasbordando fino al settembre successivo) e ha per protagonista Leo, un sedicenne dai capelli indomabili (perciò il doppio significato di Leo come nome proprio, ma anche come leone) che ama perdutamente una sua compagna di classe che si chiama Beatrice, una ragazza dai bei capelli rossi e dagli occhi verdi. Leo frequenta il liceo classico, ama il calcetto, suonare la chitarra, condividere le sue emozioni con la sua migliore amica Silvia (segretamente innamorata di lui) e sfuggire al bianco, per lui il colore della paura e della tristezza. La sua vita così spensierata e piena di sogni cambia improvvisamente con la notizia della malattia di Beatrice, affetta da una grave forma di leucemia. Leo cerca di cambiare l'ineluttabile donando il suo stesso sangue alla ragazza e riuscendo finalmente a dichiararle il suo amore. Non vado avanti per non rovinare la sorpresa a chi ancora non ha letto il libro ma che ha intenzione di farlo quanto prima.
Devo dire che non ho mai pianto quanto mi è capitato di fare durante la lettura di questo romanzo. Ovviamente c'è un motivo perché non credo che avrei avuto la stessa straziante reazione se fossi stata ignara di cosa significhi la parola leucemia e perdere qualcuno che amavi (e che nel tuo cuore amerai per sempre) a causa di questa malattia bastarda. Quasi un mese fa è morta la mia povera gattina malata di leucemia e gravemente anemica nonostante una trasfusione e tanti piccoli segnali di un lento miglioramento. Molti penseranno che la morte di un animale non abbia lo stesso significato della morte di un essere umano ma a me non interessa perché so quello che ho provato e quello che sto provando nel mio cuore. Leggere questo romanzo mi ha aperto delle ferite profondissime ma sono contenta di averlo fatto perché un libro capace di leggerti dentro in questa maniera è un libro prezioso. 
Il romanzo è ricchissimo di frasi molto belle e significative che ti verrebbe da copiare e appuntare da qualche parte proprio perché senti che sono maledettamente vere, come se lo scrittore ti avesse letto dentro l'anima. Ho trovato invece troppo ridondanti e poco credibili i discorsi dei genitori di Leo. Anche il personaggio del supplente (quasi un Robin Williams in L'Attimo fuggente) è troppo perfetto, troppo letterario per avvicinarsi al mondo reale ma capisco la sua funzione all'interno della storia e mi sento di giustificare l'autore.
Alla fine dei conti è un romanzo che parla di amore, morte, sogni e vita perciò pur nella sua brevità è come un compendio di tutto quello che ci rende uomini e proprio per questo, nel suo piccolo, è un gran bel libro. Gli adolescenti non lo comprenderanno del tutto ma piacerà sicuramente a chi ha alle spalle già un bel po' di vita vissuta.
Voto 8    

2 sentenze:

marco46 ha detto...

Un bel romanzo (definirlo eccezionale mi pare troppo), in cui un adolescente un po' tamarro scopre il significato più intenso della parola amore.
L'autore è un prof palermitano (anche blogger) che sicuramente può migliorare

..^^FoRSe YeSs FoRsE No^^.. ha detto...

Neanche per me è un romanzo eccezionale ma l'ho trovato comunque ben scritto (il che di questi tempi è piuttosto raro!).

 

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