lunedì 21 gennaio 2013

1 Cardiofitness (2006)–Fabio Tagliavia

Trama: la 27enne Stefania si innamora del 15enne Stefano nonostante la grande differenza d’età. Il loro amore esplode all’interno della palestra frequentata da entrambi e prosegue nonostante il mondo che li circonda non accetti del tutto la loro relazione.

Ci sarebbe molto da dire su questo filmazzo italiano e tutto ciò che ne uscirebbe fuori sarebbe abbastanza sconfortante. Siamo nel mondo del quasi impossibile: donna quasi trentenne che addirittura si innamora di un ragazzino (che si esprime a monosillabi e a sguardi da stoccafisso) ancora in età puberale. Possiamo accettare un coinvolgimento di tipo sessuale anche se francamente ci troverei qualcosa di inquietante e morboso ma l’innamoramento è davvero troppo. La Romanoff è carina e simpatica ma con quell’aria spaesata che la rende poco credibile nel ruolo di iniziatrice (anche sessuale) del giovanotto mono espressione interpretato da Federico Costantini che si dimostra molto molto acerbo davanti alla macchina da presa. La storia non prende mai il volo e assomiglia tanto (anche per i dialoghi) ai terribili film di Moccia, uno che ha rovinato totalmente il concetto di romanticismo e che legge la realtà adolescenziale un po’ come cazzo pare a lui. Il cinema italiano è morto perché i registi (soprattutto quelli nuovi) sono alle prese con una crisi di idee che ha come risultato o polpettoni privi di dialogo ma pieni di sesso per lo più glaciale o commediole come questa che non si fanno ricordare e che mostrano un qualcosa di molto lontano dal reale. I luoghi comuni si sprecano: le amiche della protagonista sono chiaramente delle figure stereotipate (amica troietta e amica suora), così come le altre figure di contorno (padre separato che si fa le canne in assenza del figlio, cugino idiota con la fissa del sesso). Io direi che siamo proprio a livelli bassini.

VOTO 5 

1 sentenze:

Erika ha detto...

Purtroppo sono d'accordo. Dico purtroppo perché ho trovato il libro molto gradevole e 'coraggioso' nell'affrontare un tema non semplice e poco presente in letteratura (come fece notare la stessa autrice). Con molta delicatezza e intelligenza si sarebbe potuto costruire una piccola chicca. Mi chiedo anche il motivo per cui oltre ai dialoghi poco curati e poco intensi, nella filmografia italiana degli ultimi decenni ci si incaponisca con la velocità nella pronuncia delle battute. Trovo questa modalità irritante, sciocca e svilente.

 

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