mercoledì 16 febbraio 2011

0 Pagelle Prima Puntata Sanremo 2011

Giusy Ferreri – Il mare immenso: look ultra trasgressivo, direi esageratamente trasgressivo. Penso che nessuno di noi avesse veramente voglia di sapere come fosse fatto il suo ombelico.Passiamo al brano. La svolta è avvenuta: addio Amy Winehouse e vocalizzi da mal di pancia e benvenute chitarre elettriche e stile originale. Diciamo che in qualche momento mi è stato impossibile non notare una leggera emulazione di Patty Pravo, ma per il resto ho apprezzato un po’ tutto. Il brano al primo ascolto è abbastanza ostico, anche perché la ragazza un po’ svirgola sul fraseggio iniziale ma si riprende e capisci che alla radio conquisterà il suo sacrosanto posto al sole. Pezzo da scoprire e apprezzare. Voto: 7  

Luca Barbarossa – Fino in fondo: il non giovane Barbarossa decide di giocarsi la carta furbetta del duetto insieme ad una sconosciuta ispanica di nome Raquel del Rosario. Luca Barbarossa mancava da un po’ al Festival e sinceramente mi sono sempre chiesta perché in quanto in passato (e lo specifico perché il presente ahimè è un’altra storia) aveva portato brani di una bellezza quasi struggente. Un talento mai esploso. Ora con i suoi capelli grigi e quella faccia più o meno uguale, capisce che forse il tempo è maturo per tornare al grande pubblico, ma con quali risultati? Il brano ha qualcosa di marcatamente internazionale, poco sanremese ma molto radiofonico. Ricorda qualcosa di già sentito che al momento mi sfugge. Non è un pezzo difficile ma con poca sostanza. C’è chi ha voluto vedere quel su su su, giù giù giù come un richiamo alla copulazione. Chi lo ha solamente pensato non può che essere un idiota ma si sa che la carta stampata pullula di creature monocellulari, perciò non diamoci peso. A me il brano non è piaciuto. Voto: 5,5

Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore: il professore si stacca dai brani precedenti con un colpo d’ala potente come un uragano. Testo bellissimo e coraggioso, fin troppo pretenzioso e importante per svendersi ad una kermesse che non premia mai la poca melodia e la grande sostanza. Per certi versi ricorda certi brani che passati da Sanremo sono diventati pezzi di storia musicale, come Perdere l’amore di Ranieri. Arrivati alla chetichella, sono esplosi nel giro di pochi giorni. Ripeto, un brano difficilissimo che quasi certamente si aggiudicherà il premio della critica. Voto: 8

Anna Tatangelo – Bastardo: la signora d’Alessio porta a Sanremo un brano scopiazzato nelle strofe da Fotoromanza della Nannini e nell’inciso da uno dei brani dei Negramaro. Fa abbastanza ridere sia il look misogino che la svolta finto rock che ha schifato per tutta la sua triste esperienza a X – Factor. E’ un brano trash che spero non nutra false speranze di vittoria. La sensazione è di una mossa strategica compiuta dai due coniugi per rialzare le quotazioni in ribasso di entrambi. Poi la firma al brano della Tatangelo si vede solo in una cosa, cioè nel titolo, in quanto che io sappia Gigi d’Alessio non ha mai fatto concessioni all’insulto vero e proprio ma al sano giro di parole per trovare la rima baciata, mentre la signorina zero peli sulla lingua ci ha mostrato in più occasioni di conoscere abbastanza bene la lingua del porto. Eliminata. Voto: 4

La crus – Io confesso: anche io confesso, cioè che non li conosco se non di nome. Quei capelli pel di carota non aiutano a concentrarsi sul brano ma passiamo oltre e cerchiamo di capire cosa possiamo dire di questo brano. La musica è molto bella (la vedrei bene in uno di quei vecchi film di 007), ma in fondo in fondo è tutto quello che rimane di un brano privo di carattere se non nell’inciso facile facile. Cantabile quanto basta per andare avanti. La voce della cantante lirica è un po’ come un inutile orpello che non aggiunge e non toglie. Voto: 6

Max Pezzali – Il mio secondo tempo: ci sarebbe molto da dire ma mi limiterò a qualche piccolo appunto. La mise scelta per la serata andava forse bene per un meeting di pastori o per una sagra del prosciutto in emilia, di certo non per una prima serata di Rai Uno ma neanche per un pomeriggio su Telelombardia. Le gambe a salsiccia e a ics non sono mai cambiate nel corso di quasi 20 anni. Quando poi inizia a cantare vengo presa proprio da una risata incontrollabile perché proprio non si può vedere quella faccia vissuta e invecchiata che fa uscire dall’ugola e successivamente dalla bocca quel modo di cantare giovanilistico che aveva tra l’altro già abbandonato da almeno almeno una decina d’anni, decidendo di sposare negli ultimi album delle tonalità bassissime e quasi funeree. Io personalmente l’ho trovato di un ridicolo pesante, un vecchio che fa il giovane in una parodia mal riuscita di se stesso, con quegli occhi che si spalancano e sembrano uscire dalle orbite come quei vecchi portachiavi con la scimmia che se la schiacciavi tirava fuori gli occhi. Il brano è ultra radiofonico, ricorda 1000 brani del suo passato e perciò risulta orecchiabilissimo. Corre per la vittoria. Voto: 6,5  

Davide Van De Sfroos – Yanez: non lo conoscevo e devo dire che mi ha colpito positivamente. La musica è bella, ha ritmo e dà un po’ di vita ad un Festival che stava precipitando nelle note di un requiem. La vena folk è molto ben riuscita, il testo è originale e molto carino (magari non sarebbe stato male mettere dei sottotitoli per far apprezzare a tutti un brano che merita). Voto: 7

Anna Oxa – La mia anima d’uomo: bellissima come sempre, con un look sempre nuovo e con un solo difetto, cioè la voglia di strafare. Che io ricordi l’ultimo suo pezzo cantabile ed ascoltabile è stato Senza Pietà che infatti manco a farlo apposta aveva stravinto. Questa donna non ha capito che se canta qualcosa di comprensibile e con una melodia può vincere tutto quello che c’è da vincere, se canta per gli alieni, compreranno solo gli alieni. Io non ho capito neanche mezza parola del brano, non mi aspettavo niente di diverso da quello che ho sentito e perciò non mi stupisco della sua provvisoria eliminazione dalla gara. Voto: 4

Tricarico - Tre colori: il brano non è suo e si sente. E’ un brano duro, denso di significati, ben inserito nel contesto dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Si denunciano le atrocità della guerra con un brano delicato come una carezza, elegante e perciò non capibile da tutti. Meriterebbe un premio della critica che con tutta probabilità non arriverà. Voto: 7

Emma Marrone e Modà – Arriverà: ecco i più chiacchierati di questa edizione. Note iniziali scopiazzate da Vieni da me delle Vibrazioni (diciamo che non mi sorprende conoscendo le canzoni dei Modà). Le note negative sono tutte nell’interpretazione esageratamente recitata di ogni singola parola del brano. Le note positive sono in tutto il resto. Il brano è radiofonico, commerciale, facile, piacevole per orecchie di ottantenni e tredicenni con tutto quello che sta in mezzo. Avvolgente e furbo. Giustamente furbo perché se uno vuole vincere sceglie la canzone sanremese (e questa è la più sanremese di tutte). Voto: 7,5

Luca Madonia e Franco Battiato – L’alieno: ecco l’altro pezzo da 90 dopo Vecchioni. La melodia è ultra targata Battiato, il marchio di fabbrica brilla come un’insegna fucsia. Il brano è piacevole quanto basta per sapere che girerà nelle radio senza tanti problemi. Bella la voce di Madonia e ancora di più quella di Battiato che entra nel vivo del brano solo nelle battute finali. Voto: 7

Patty Pravo – Il vento e le rose: dopo l’alieno cantato, ecco l’alieno in carne e ossa. L’eleganza c’è sempre, pazienza per il bisturi e il botulino visto che fanno ormai parte della sua natura più elfica che umana. Il brano alle mie orecchie risulta noioso ma potrebbe piacere sulla distanza come un motore diesel. In fondo in fondo le sue canzoni sono sempre uguali. Il massimo per molti estimatori, il minimo per altrettanti detrattori o come me semplicemente indifferenti. Voto: 6

Nathalie – Vivo sospesa: la signorina ha perso molti punti di simpatia dopo la fantomatica intervista a Vanity Fair ma qui signori giudichiamo la musica e perciò mi limiterò a questo. Dopo l’inedito di X – Factor viene confermata l’impronta un po’ celtica (almeno nell’impianto musicale), il testo è banale ma il brano nel suo complesso strizza l’occhio al commerciale nonostante le dichiarazioni indipendentiste e underground della signorina Giannitrapani. Il pezzo alla lunga distanza risulta noiosetto ma il giudizio potrebbe cambiare ad un ascolto radiofonico. Voto: 6,5

Albano – Amanda è libera: l’inossidabile dalla chioma tinta non manca neanche quest’anno e siccome fa parte dei 14 in gara bisogna pur ascoltare il suo brano e darne un imparziale giudizio. Il brano è di denuncia e già questo alza il punteggio base visto che ci eravamo un po’ stufati di amori cantati e straziati. La musica è molto bella così come la melodia in generale. Il brano merita più di quel che ci potrebbe dire il pregiudizio su quest’uomo che non si è mai fatto veramente amare. Bravo Albano. Voto: 7,5

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