martedì 3 agosto 2010

0 Dylan Dog 157 Il sonno della ragione

Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato

Disegni: Bruno Brindisi

Trama: una pioggia torrenziale sembra attanagliare l’animo di Dylan che decide di superare questo strano senso di angoscia facendo una passeggiata per le vie di Londra.  Improvvisamente si imbatte in una donna accasciata in terra, a prima vista una tossicodipendente all’ultimo stadio. Tuttavia ancora respira permettendo così a Dylan di portarla sino al più vicino ospedale. Qui grazie ad una TAC scoprono che la povera ragazza è stata sottoposta ad una lobotomia parziale che l’ha privata dell’emisfero sinistro deputato alla “ragione”. Le sue condizioni fisiche sono tragiche e la dottoressa che se ne occupa ipotizza che sia stato un medico a ridurla in quelle misere condizioni, una cavia tenuta in vita per inimmaginabili esperimenti. Il giorno dopo però Dylan parla con il responsabile del reparto, il dottor Leblanc che offre un’altra spiegazione alla situazione della donna: in realtà essa sarebbe vittima del Demone della Coscienza, una sorta di virus micidiale proveniente dall’Africa che divora il cervello dall’interno. Nel frattempo inizia una catena di suicidi all’interno dell’ospedale, una catena che sembra originata dalla ragazza agonizzante, tutti coloro che entrano in contatto con lei impazziscono e poi si uccidono. Dylan sembra l’unico a essere immune, come se avesse una sorta di protezione che gli evita la morte. Riesce infine a scappare portandosi dietro la ragazza che inizia a parlargli con la mente, svelandogli il suo nome (Daisy) e le vere origini del male…

Commento: è un albo difficile, complesso e denso di sbalzi spazio temporali. Ci si perde facilmente e solo a tratti si riesce a comprendere le varie dinamiche che dominano la storia. Ho contato almeno 4 diverse teorie che tentano di dare una soluzione sia alle condizioni fisiche della donna protagonista, sia delle morti che la coinvolgono. Troppa grazia sant’Antonio! Io non capisco perché gli sceneggiatori di Dylan Dog danno vita a trame o estremamente banali o incredibilmente cervellotiche. La via di mezzo è la classica utopia di un numero ogni dieci. Se fossi un’appassionata di fantascienza direi che si tratta di un albo eccezionale ma siccome sono una semplice fan del genere horror (ma non di immondezza vagante e qualunquista) non riesco ad apprezzare appieno le teorie strampalate travestite da ragionevolissime possibilità di vita. In più se proprio la vogliamo dire tutta mi sembra francamente ridicolo il motivo per il quale Dylan Dog deve morire: perché colpevole di aver fatto spaventare un bambino di nove anni che per il “trauma” diventerà anni dopo uno scienziato pazzo. Bah. Ottimi i disegni.

Voto: 6        

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