Se ti volti indietro riesci a vedere quanta strada hai fatto? Non mi rispondere tanto lo so che tu non sei precisamente quel tipo di persona che perde tempo a darsi una sbirciata dietro le spalle. Avanti sempre avanti come una supposta di glicerina sparata su per il culo dalla mano di uno che ha solo voglia di cagare in fretta. Tu sei così, perversamente, fottutamente sopra le righe di un quaderno tutto sommato ordinario, uno di quei quaderni da supermercato che stanno in pacchi da 4. Se ti guardo da qua ti vedo su un’altalena che tra un po’ si staccherà ma mica te lo vado a dire, aspetto solo quel bel rumore sordo di un culo che infrange i suoi sogni di gloria su un solco di terra polverosa e battuta da migliaia di piedi di mocciosi col moccolo al naso.
Angeli con capelli biondo platino, angeli grassi con troppi orecchini, quegli angeli senza ali ma con jeans stretti e pance trasbordanti, con quelle frasi che dovrebbero lasciare un segno sulla superficie di un pianeta con poca terra ferma e troppo mare, abitato da centinaia di abitanti che corrono una staffetta con in mano un candelotto di dinamite. Non arrivano mai prima che quello esploda, guardano pezzi di osso e carne viva al posto delle loro mani ma come poveri stronzi sorridono e continuano a correre dietro una carota che non prenderanno mai. Questi angeli che in realtà non sono angeli ma si fanno chiamare così, arrivano quando ricevono il gran segnale di dio che in realtà non è dio ma è un acrobata da circo che fa volteggiare troppi piatti in una volta. Parlo di qualcuno che conosco perchè in fondo in quel pianeta grande come uno sputo ci capitiamo tutti prima o poi, possiamo farci un soggiorno di una settimana, di due mesi, di 50 anni ma prima o poi ci si sveglia con i postumi di un festino andato peggio che male.
Sto pianeta lo osservo senza bisogno di cannocchiale perchè se allungo un dito posso sentire le rughe che presenta la superficie, sento che in alcuni punti si sta spezzando e non rido e non piango. Mangio pop corn e bevo birra alla salute di chi si è rotto il pacco di far parte di una compagnia di burattini tenuti su da fili sempre più lisi. Scorreggio su tutto ciò che non mi piace e vivo tra una semina e l’altra, tra una mungitura di vacca e un uovo d’oro, poi se proprio mi va di culo trovo il pezzo da collezione che mi mancava e godo di 5 taniche di benzina per i giorni successivi.
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