Il mio aspetto fino a ieri era più o meno questo. Poi ho dato l’esame e sono andata in polvere direttamente. L’esame era letteratura latina che se proprio lo vogliamo dire non è propriamente una cazzata. Preparato in due settimane di sudore, acido gastrico, nervoso corrosivo e cadaveri sulla mia strada. Uso queste righe per scusarmi con le persone a cui ho stracciato le palle con discorsi quali “basta cazzo mollo tutto”, “morirò, mi disintegrerò prima di riuscire ad aprire bocca”, “se non prendo 30 il mondo è fatto a cazzo di bue”, “mi accontento anche di un 18”. Mi scusi soprattutto lei, donna dalle spalle larghe e dalle palle rinforzate con piombo fuso, ripagherò con un cinema e un barattolo di pop corn medio, so che apprezzerà.
Tornando all’esame non so se sia stato peggio scoprire che in fondo fondo ero in un reparto geriatrico con colleghi dai 70 in su o aspettare dalle 8 alle 13 con la vescica talmente gonfia da essere trasparente. I primi 3 sono andati bene: il vecchio col cappello e 10 lauree, la figlia mongolfiera e la madre dirigibile. Poi è stata tutta una fase calante, tra una che invece di dire barbari diceva i barbarici, che non riusciva a mettere in fila 3 parole 3 ma che ha preso 27. Poi un’altra che doveva sostenere il suo primissimo esame e non ha voluto nessuno dentro, si è sprangata dentro con la prof e l’assistente e ne è uscita un’ora dopo con una faccia da morto dicendo che aveva preso 20. Lì ho iniziato a perdere certezze ma fortunatamente anche tensione visto che passate 4 ore davanti ad una porta il minimo che può capitare è che ti spacchi i maroni e fanculo alle 2 settimane sotto torchio. Poi è toccato all’altro settantenne che manco sapeva che esame stava per dare ma ha preso 28 e poi a ME. Entro col mio giubbotto ancora su nonostante i circa 30 gradi della facoltà (quando ho deciso di toglierlo ho pensato che la maglia con le pecorelle e l’ascella pezzata non fosse propriamente indicata e ho deciso di perdere 1 o 2 chili dentro il mio conbipel imbottito). Mi siedo, prendo qualcosa da stringere durante l’esame, cioè una penna e poi aspetto. Inizia e tutto o quasi va bene, il quasi è la domandina del cazzo, quella proprio fatta per trovare la falla, quella che la risposta la sa solo Dio. Fatto sta che alla fine mi ha messo 30. Alleluia.
P.s.: continuo a pensare che l’enjambement sia una figura retorica.
1 sentenze:
ANche io ho letteratura latina a breve... complimenti per il trenta e auguri!
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