Con l'approssimarsi del Natale sento sempre la necessità di pescare fuori dal cilindro qualche film impolverato dagli anni ma ancora capace di sprigionare magia e cosa c'è di più natalizio e magico de La favola del Principe Schiaccianoci?
Premetto che non avevo mai visto il film né il balletto, non conoscevo la storia ma sono innamorata pazza fin da bambina delle musiche composte dal grandissimo Cajkovskij (merito di alcuni celeberrimi film di animazione della Disney, come Fantasia). Il mio approccio quindi è stato del tutto privo di pregiudizi.
Il film appartiene ad un'epoca piuttosto lontana e datata da un punto di vista strettamente tecnologico e difatti non ha retto per niente bene il passare del tempo mostrando innumerevoli pecche che però giustamente passano in secondo piano rispetto alla storia.
Devo ammettere che se avessi visto questo film da bambina avrei avuto un giudizio molto differente rispetto a quello che ho in questo momento, alla veneranda età di 36 anni. Ne sarei rimasta molto affascinata perché sarei rimasta piacevolmente fulminata da vari elementi: l'ambientazione natalizia in primis, i regali sotto l'albero, la meraviglia dei giocattoli che prendono vita allo scoccare della mezzanotte. Mi sarebbe rimasto il ricordo di una bella favola e non questa grande amarezza che invece mi ha colto del tutto alla sprovvista.
La storia si svolge nell'Ottocento e ha per protagonista Clara, una ragazzina alla soglia dell'adolescenza, che durante la Vigilia di Natale riceve in dono dallo zio Drosselmeyer un soldatino schiaccianoci intorno al quale aleggia una strana storia. Il giocattolo prima di essere tale era un ragazzo che per dispetto di una regina Topo aveva perso le sue fattezze umane per diventare uno schiaccianoci. Clara se ne affeziona e la notte stessa scopre che sia il Principe Schiaccianoci che i suoi vecchi giocattoli (ormai chiusi in un armadio) prendono vita e vengono chiamati alla guerra dall'arrivo del Topo Re (figlio della topo regina), un perfido roditore che ha da sempre in odio il povero ragazzo. Una volta sconfitto il topaccio tutti i giocattoli e la stessa Clara partono per il Regno dei Dolci dove Fritz (questo è il nome dello schiaccianoci) chiede alla ragazza di rimanere con lui per sempre ma lei pur a malincuore rifiuta e decide di tornare nel mondo reale per crescere e vivere la sua vita.
Ecco, quando diventi grande leggi, interpreti le storie, le favole, i cartoni animati in un modo del tutto differente rispetto a quando eri piccolo e ingenuo. Questa storia praticamente segna il passaggio dall'età della fanciullezza a quella della vita adulta, dai Natali ricchi di giocattoli e aspettative, a quelli del ricordo e dei regali da grandi. Persino la mamma di Clara mentre vede la sua bambina che si emoziona ancora per aver ricevuto in dono una bambola, capisce che sarà l'ultimo giocattolo che riceverà perchè il Natale successivo avrà nuove esigenze come per esempio un bel vestito elegante. Anche il rifiuto a rimanere piccola per sempre insieme ai suoi giocattoli segna questo fisiologico passaggio che tutti noi abbiamo vissuto nella nostra vita. Non ricordo quando ho ricevuto l'ultimo giocattolo (ma non da moltissimo visto che sono un'appassionata di videogiochi) ma so che già dall'anno successivo ho iniziato a sentire sempre meno magia nell'approcciarmi alle feste natalizie. Per questo ho sentito quasi una stretta al cuore nel vedere questo film. Non sarei mai potuta essere Clara perché al suo posto avrei sicuramente scelto di rimanere per sempre insieme ai miei amatissimi giocattoli...da piccola ho sempre sperato che qualcuno di loro (soprattutto la mia adorata scimmietta Joli Coeur) prendesse vita e giocasse con me. Non ho mai avuto la fregola di crescere e ho sempre detestato ricevere abbigliamento in regalo, anche adesso che sono grande. Sono andata fuori tema ma insomma quello che volevo dire è che questo film invece che regalarmi un po' di magia e spensieratezza mi ha messo addosso un quintale di nostalgia.
Voto 6
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