Il libro è composto da quattro racconti lunghi che apparentemente sembrano non avere niente in comune ma che in realtà mettono (ognuno) al centro l'Uomo davanti a scelte estreme, scelte che cambiano per sempre la sua vita (a volte in meglio ma molto più spesso in peggio) lasciando un segno indelebile nella coscienza del protagonista.
Il primo racconto è 1922. Come suggerisce il titolo, la vicenda si svolge negli anni 20 nella provincia americana. Scritto in prima persona racconta la storia di Wilfred, un allevatore che nel 1922 uccise in modo cruento e implacabile sua moglie Arlette facendosi aiutare dal loro figlio Hank per ereditare gli ettari di terra appartenenti alla donna che essa intendeva vendere al migliore offerente (nonostante il parere contrario del marito) per poter aprire un'attività commerciale in città. Wilfred credette in un primo momento di aver fatto la scelta giusta ma presto si accorse che le cose non erano facili come aveva sperato e così si trovò piano piano a perdere tutto ciò che di buono gli era rimasto, la poca terra, i suoi animali, la sua casa e soprattutto suo figlio (diventato nel frattempo un assassino e un rapinatore) ucciso durante uno scontro a fuoco.
Questo racconto è cruento, terribile, fin troppo realistico nella descrizione della maledestra uccisione di Arlette e degli animali di Wilfred (utili per l'elaborazione di un piano che scagionasse l'uomo dall'accusa di omicidio). L'ho trovato orrendo, inutile e non so perché ma non ho riconosciuto lo stile di Stephen King che di solito scrive in modo meno estremo non utilizzando mai la violenza fine a se stessa. Non ci si può assolutamente immedesimare in Wilfred, non lo si può giustificare in nessun modo, nemmeno con la petulanza di Arlette. Lo si può solo condannare. L'elemento di disturbo sta nel fatto che solitamente i personaggi di King, anche quelli più bastardi, hanno sempre una causa plausibile alla loro follia e diventa estremamente facile per il lettore capirli e trovarne una sorta di redenzione (gli esempi si sprecano, ma citiamo per esempio Jack Torrance o il protagonista di Uscita per l'inferno). Insomma un pessimo racconto di cui potevamo fare a meno.
Il secondo racconto è Maxicamionista. La protagonista è Tess, una scrittrice di successo, che partecipa (come è pratica comune negli Stati Uniti) ad un incontro con i lettori in una cittadina di provincia poco distante da casa sua. La promotrice dell'evento suggerisce a Tess una scorciatoia per rientrare a casa finendo in realtà per spingerla in una brutta situazione. Infatti Tess buca una gomma e viene soccorsa da un uomo in apparenza gentile e garbato ma che presto si rivelerà essere uno stupratore e un assassino. La donna subisce così la violenza sessuale riuscendo però a fingersi morta per poter così sfuggire al suo aguzzino. Una volta tornata a casa si convince di non poter denunciare il suo assalitore per paura delle conseguenze a livello di opinione pubblica e così decide di farsi giustizia da sola utilizzando la pistola (registrata regolarmente) che ha sempre tenuto in un cassetto di casa sua. Tornata nel luogo del misfatto uccide nell'ordine la madre dell'uomo (la promotrice dell'incontro che volutamente aveva procurato una nuova preda a suo figlio) e i suoi due figli. Anche in questo caso non sono rimasta convinta da questo racconto ma per motivi diversi rispetto al primo. Non mi spiego innanzitutto come sia possibile che la protagonista superi in modo così veloce le conseguenze di uno stupro (e si preoccupi solo di cosa potrebbe pensare la gente) e poi come faccia a convincersi che la polizia non risalirà a lei se ha utilizzato una pistola che era regolarmente registrata (perciò anche se alla fine se n'è liberata ciò non significa che dai bossoli non si risalga al tipo di pistola e al proprietario della stessa). Forse sono dei semplici dettagli ma per me sono sufficienti per invalidare il racconto.
Il terzo racconto è La giusta estensione. Il protagonista è David, un uomo all'ultimo stadio di una malattia terribile come il cancro. Un giorno mentre guida tristemente verso casa vede uno strano venditore all'incrocio di una strada. Decide così di fermarsi attratto da una strana sensazione. Scopre così che dietro quell'aria così innocua si cela un essere dotato di molti poteri tra i quali l'estensione (dietro il pagamento di una grossa cifra annuale). David decide di accettare la proposta dell'uomo (forse il Diavolo in persona) e di farsi allungare la vita. Però questo sarà possibile solo con una contropartita, cioè con il trasferimento dei guai di David ad un'altra persona a sua scelta. L'uomo sceglie il suo amico Tom, colpevole di avergli rubato la ragazza ai tempi dell'università e di avere una vita di successo. Presto le sfortune e le fortune dei due uomini si scambiano e così mentre David guarisce dal cancro e la sua famiglia ottiene vari colpi di fortuna, Tom perde tutto quello che aveva.
Non è un cattivo racconto ma non mi ha convinto il finale. Stephen King raramente lascia un torto impunito e per quanto si possa capire la disperazione e l'invidia di David non si riesce ad accettare che un'altra famiglia venga sterminata o distrutta nella maniera più atroce per allungargli la vita di 15 anni, tra l'altro senza alcun pentimento da parte del protagonista (un altro figlio di buona donna come quello del primo racconto). Il finale non offre conforto di alcun tipo.
L'ultimo racconto è Un bel matrimonio. Finalmente si chiude in bellezza con una storia ben scritta e dove tutto fila a meraviglia. Darcy e Bob sono una coppia felicemente sposata da più di vent'anni. Si amano ancora tantissimo e parlano quel linguaggio tutto speciale che solo una coppia felice può capire davvero. Peccato che una sera Darcy scopra casualmente un lato di Bob che ignorava totalmente. Infatti cercando delle semplici pile in garage si imbatte in uno scatolone che contiene un giornale porno (poco male) e poco più in là i documenti personali di una delle vittime di un serial killer che si firma BD. E' un attimo perché Darcy capisca che BD e suo marito, il premuroso e pacifico Bob, sia lo stupratore e assassino di cui parlano da anni le tv e i giornali. Bob capisce che sua moglie ha scoperto il suo segreto e cerca, riuscendoci, a convincerla che non ucciderà più nessuno e che si comporterà bene. Darcy sembra accettare ma dentro di sè prova un senso di colpa tremendo rispetto alle povere vittime di suo marito (persino un bambino) e così una sera, approfittando dell'ubriacatezza di Bob, lo spinge giù dalle scale uccidendolo ed eliminando per sempre il problema.
Mi è piaciuto in particolare il modo in cui Darcy vive il conflitto interiore tra l'amore per la sua famiglia e il senso di colpa nei confronti delle vittime. E' bello anche il modo in cui decide di porre fine alla vita di suo marito, in quanto non c'è premeditazione ma solo l'occasione del momento. Non c'è cattiveria, violenza o vendetta ma solo una giusta motivazione.
Voto 6,5 in totale ma si poteva fare molto ma molto di più.
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