Quando questo anime è stato trasmesso per la prima volta in Italia andavo ancora alle elementari e da vera appassionata di Babbo Natale non mi sembrava vero che qualche mente geniale avesse pensato di dedicare addirittura un intero cartone animato al vecchio con la barbona bianca e la veste rossa. Quando lo vidi per la prima volta però rimasi molto molto delusa perché la storia non mi aveva appassionato per niente e ora che di anni ne ho 35 beh devo dire che la sensazione è stata la medesima di tanti anni fa. Fortuna che la serie è composta da soli 23 episodi altrimenti giuro avrei mollato a metà e tanti saluti.
Dunque, la trama non è neppure orrenda perché come nella migliore tradizione si parla del luogo dove vive Babbo Natale cioè la Lapponia. Qui in uno dei tanti boschi vive Babbo Natale con sua moglie circondati dalle casette dove vivono i “Balbalock” (se ho capito bene) che sarebbero gli gnomi che aiutano il vecchietto a realizzare i regali da consegnare il 25 dicembre ai bambini di tutto il mondo. Quindi abbiamo il falegname, il giocattolaio, il vetraio, il fabbro, l’allevatore di renne e così via. Chiaramente non manca il gruppo di bambini in cui i piccoli spettatori dovrebbero immedesimarsi: Elisa, Spillo, Mandolina, Hans e via dicendo. Ecco, diciamo che fino all’episodio numero 12 la storia fila liscia come l’olio ma i problemi arrivano dopo. Fino a quell’episodio la storia infatti parla di come tutto il villaggio si organizza per rispettare i tempi di consegna e infatti nella puntata fatidica abbiamo la consegna dei regali. Ma dopo? Che senso ha un cartone animato con questo titolo se poi la storia va scemando a meno della metà della serie? Praticamente si arriva a primavera senza che si parli più di Natale ma solo dei segreti della foresta.
Insomma questo cartone animato è una bufala e non lo annovero tra i migliori ma anzi tra quello meno riusciti degli anni 80. Peccato!
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