Film con protagonisti i fratelli De Filippo: Eduardo (anche regista) immenso sia in chiave drammatica sia nei toni più leggeri degli scambi di battute col fratello minore Peppino una macchietta che dona quel po’ di comicità ad una pellicola solo apparentemente leggera e Titina, grande attrice e credibilissima nella parte della madre che vuole sistemare le tre figlie con uomini benestanti, in modo da evitare che ripetano la sua vita di sacrifici e zero lussi.
La trama è molto semplice: in quel di Roma si svolgono le vicende di una famiglia napoletana che sbarca il lunario grazie ad un padre che svolge il mestiere di integerrimo impiegato ministeriale, ligio al dovere (tanto da porre il timbro esattamente nel centro del bollino prestampato), costretto a rinunciare al lusso di una granita al caffè con panna per risparmiare il centesimo e continuamente vessato da una moglie che vorrebbe una vita diversa. Il pover’uomo decide di investire i soldi delle tre figlie adolescenti in un affare che si rivela un imbroglio. A quel punto, preda della disperazione, cede all’illegalità e inizia ad approvare pratiche che in realtà erano già state respinte, in modo da ricevere in cambio i favori dei richiedenti. La vita della famiglia diventa più facile ma i problemi sono alle porte: una delle ragazze rimane incinta di un uomo sposato, un’altra figlia si sposa con un facoltoso uomo di Milano che a conoscenza dei misfatti del suocero obbliga la moglie a non frequentare più la famiglia. Il finale ovviamente vede Oreste licenziato ma con la gioia di vedere l’ultima figlia sposata per amore con un bravo e umile ragazzo.
Il film è poco conosciuto e molto bello. Godibile e amaro. Moderno e antico allo stesso tempo. Un gioiellino da riscoprire e apprezzare, anche solo per ammirare quel mostro sacro a nome Eduardo de Filippo.
VOTO 7
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