Dal regista de Il sesto senso una pellicola che si pone in una via di mezzo tra il genere catastrofico e drammatico. La storia prende le mosse in una mattina di sole a Central Park…improvvisamente tutti si bloccano e dopo pochi secondi si suicidano in massa, spinti da una forza misteriosa e invisibile. In un primo momento si pensa ad un attacco terroristico di matrice batteriologica ma col passare dei giorni prende forza una teoria più ambientalistica che vede al centro una sorta di vendetta contro l’uomo messa in atto dalle piante. Tra gli atroci e fantasiosi modi di togliersi la vita, trova spazio la storia di tre personaggi: Elliot (un inespressivo Mark Wahlberg, doppiato in modo atroce da Pino Insegno) professore di scienze, sua moglie Alma e la piccola Jess rimasta precocemente orfana di entrambi i genitori. Il piccolo trio cerca di sfuggire al destino che è spettato in sorte ad un numero imprecisato di americani e nella loro fuga si scoprono famiglia, facendo traboccare amore e zucchero colloso su tutti gli spettatori e portando questi ultimi alla conclusione che la tossina emanata dalle piante non colpisce chi si ama ma solo coloro che provocano disordini e violenza.
Il film sarebbe perfetto se non fosse per questa vena sentimentale che annacqua in modo esagerato i 90 minuti di girato. Wahlberg che di solito ricopre il ruolo del superuomo stavolta veste i panni del professore insicuro, impacciato e assolutamente antieroe. Una figura pressoché inutile così come sua moglie Alma, una stralunata Deschanel, che raggiunge un livello recitativo veramente modesto. Ecco il cast non è adeguato e la storia non è ben delineata, lasciando lo spettatore un po’ troppo a bocca asciutta, tenuto a bada solo da qualche scena splatter e da quell’atmosfera di ineluttabilità che ha sempre il suo fascino.
Un film troppo breve, poco sviluppato e un po’ buttato via. Peccato perché lo spunto di partenza è buono anche se un po’ troppo ricalcato su Cell di Stephen King. Si lascia comunque vedere regalando un’ora e mezzo di divertimento e un filo d’ansia.
VOTO 6,5
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