giovedì 15 novembre 2012

0 Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? (1972)

Trama: in un grande condominio della capitale avviene tutta una serie di omicidi di belle e giovani donne. Chi sarà l’assassino?

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Roma. Quartiere anonimo, a prima vista periferico. Una donna entra in una cabina telefonica e dopo una breve e apparentemente normale telefonata entra in un anonimo condominio più simile ad un ufficio che ad un’abitazione. La gente entra ed esce dall’ascensore finché la ragazza rimane da sola col suo destino, materializzatosi nei panni di un serial killer che dopo averle piantato un coltello nel cuore si dilegua nel nulla. E’ il primo di una serie di omicidi che coinvolgono via via donne sempre più belle e discinte, libertine e aperte alla vita e alle esperienze che il mondo può offrire. La polizia brancola nel buio mentre le morti e le aggressioni continuano a concentrarsi nei dintorni del condominio e soprattutto al ventesimo piano di quest’ultimo, abitato dalla bella Jennifer una modella col volto della procace Edwige Fenech, da una strana vecchia e dal figlio sfigurato, e da un padre e sua figlia.

Tutto questo intreccio vive a volte di incongruenze e di scelte stilistiche abbastanza ingenue ma coinvolge e si fa apprezzare come uno dei migliori esempi di thriller all’italiana. La cifra rimane sempre quella del sexy noir com’è tipico degli anni 70 ma in realtà si avverte anche uno studio profondo nella creazione della trama e del suo svolgimento, tanto da avvicinare questo film alle migliori creazioni di Dario Argento. A dire la verità alcune inquadrature, soprattutto una (Jennifer che scappa lungo un corridoio nel seminterrato dove ci sono le caldaie), mi hanno ricordato alcuni grandi film horror statunitensi appartenenti però al decennio successivo. Immancabili poi le zoomate avanti e indietro e gli intensi primi piani sia sui volti che sugli oggetti che nell’idea del regista volevano con tutta probabilità creare il classico effetto panico/tensione sullo spettatore.

Ogni volta che mi imbatto in film di questo periodo e soprattutto di questo genere (ora così lontano dall’attuale produzione italiana) mi si stringe il cuore. Il motivo è semplice: a distanza di 40 anni se ne apprezza l’originalità e la potenza espressiva. Si aveva il coraggio di cimentarsi in imprese titaniche come fronteggiare la corazzata cinematografica americana col risultato che le sale dei cinema erano piene cosa che ora sembra un vero e proprio miraggio. Non siamo davanti ad un film d’autore e certo anche allora la critica era stroncante nei confronti di opere del genere ma questo quanto conta e quanto ha contato ai fini degli incassi? Niente e infatti proprio grazie all’esistenza di film di questo tenore possiamo annoverare nella nostra tradizione cinematografica cult movie di questo tipo che regalano momenti di nostalgia, divertimento e tensione.

VOTO 7   

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