Trama: Sabina è una giovane doppiatrice che vive in maniera distaccata la morte di entrambi i genitori, persone di cui ricorda molto poco. Una notte un terribile incubo la fa precipitare improvvisamente in un passato dimenticato ed è allora che decide di partire per l’America per confidarsi con suo fratello Daniele…
Mi sono trovata davanti ad un grande film, diretto con intelligenza e sentimento e interpretato da straordinari attori. Non è facile trovare un film italiano che ti tenga incollato allo schermo fino all’ultimo istante e invece questo film riesce ad ammaliare e coinvolgere, ad essere credibile pur con qualche limite. Infatti, a parer mio, i punti forti del film sono i rapporti reali, l’amore, l’amicizia, la famiglia. La parte migliore è quella riguardante la storia inverosimile ma allo stesso tempo molto plausibile tra Emilia (Stefania Rocca) e Maria (una superlativa Angela Finocchiaro). La prima, cieca dai vent’anni è da sempre innamorata di Sabina che però non ricambia il suo amore. Però grazie a quest’ultima conosce l’esuberante Maria, una donna di mezza età tradita dal marito che trova in Emilia una nuova speranza pur faticando ad accettare fino in fondo la sua attrazione per una donna. Il tema è stato sviluppato con una leggerezza tale che credo non disturbi persino l’omofobo più accanito. E’ il racconto di una storia d’amore tra due donne che hanno perso la fiducia nella gente. L’amore spinge a cambiare le prospettive di una vita, toglie le sovrastrutture mentali e porta ad accettare anche ciò che si detestava (Emilia accetta il vizio del fumo di Maria e Maria inizia ad affezionarsi al cane di Emilia, proprio lei che aveva paura dei cani). Tutto il resto del film è un po’ meno coinvolgente, molto calligrafico e lezioso, con una regia troppo interessata a fondere la realtà con i fantasmi della mente e dei ricordi, rendendo un po’ pesante la visione. Ho trovato bella anche se un po’ fredda la descrizione del viaggio di Sabina in America, mentre il tradimento di Franco (Alessio Boni) è davvero poco originale. Poco credibile il viaggio in treno di Sabina e un po’ troppo ottimistico il lieto fine tra Sabina e Franco.
Insomma per tirare le somme il film mantiene promesse che riesce a mantenere solo nei suoi aspetti più marginali. Il nucleo della storia è un po’ troppo pesante e freddo anche se il tema trattato è drammatico e purtroppo fin troppo reale.
VOTO 7
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