Il film è tratto dall’omonimo romanzo di John Fante e vede protagonisti due celebri nomi dell’attuale panorama hollywoodiano, Colin Farrell e Salma Hayek, nei panni rispettivamente dello scrittore di origini italiane Arturo Baldini e della cameriera messicana Camilla Lopez.
Ci troviamo davanti al classico film sentimentale che si sviluppa nella tragedia più assoluta, tanto da richiedere ai cuori più fragili un pacchetto di fazzoletti nelle battute finali. Su di me l’effetto è stato invece soporifero, ma dichiaro onestamente di non essere per niente attratta dal genere e di aver visto il film solo per dovere di cronaca, ossia per dare vita a questo post. Innanzitutto la storia non è particolarmente coinvolgente, pur apprezzando in genere i racconti in prima persona se fatti ovviamente come Dio comanda.
La vicenda si svolge negli Anni Trenta. Arturo Baldini si trasferisce dal Colorado all’assolata Los Angeles per trovare fortuna come scrittore. Il suo scopo è quello di scrivere un racconto che parli della società californiana poiché essa gli appare come una vera e propria fonte di ispirazione nonostante conduca le sue giornate quasi esclusivamente all’interno della sua stanza d’albergo che si affaccia su un’arida palma da dattero. Il destino e un nichelino gli permettono di conoscere una donna affascinante e intrigante, Camilla, una cameriera messicana che con fare beffardo gli serve un caffè orrendo. Da qui iniziano le schermaglie amorose tra due reietti in una società che respinge tutti coloro che non siano americani di nascita. I due continuano a litigare e allo stesso tempo a rincorrersi, in una storia d’amore che diventa credibile solo durante il soggiorno nella casa al mare dove in effetti la carica erotica tra i due protagonisti diventa incandescente per poi spegnersi inesorabilmente in una scena di sesso da lasciare indifferente anche il peggior maniaco. La malattia di lei che spunta fuori dal cilindro con un colpo da maestro, è qualcosa di così trito da farsi perdonare solo perché in effetti stiamo parlando della trasposizione cinematografica di un romanzo già esistente. Ma vogliamo parlare della morte di Camilla? Si può assistere a qualcosa di peggio solo nelle telenovelas anni ottanta che facevano impazzire la mia povera nonna. Abbraccio di lui alla donna morente che sino ad un secondo prima era pimpante come un grillo, morte di lei improvvisa alla fine dell’abbraccio. Mah!
Per quel che riguarda i due protagonisti devo dire che Colin Farrell non mi è mai piaciuto. Non amo quelle sopracciglia continuamente volte verso il basso a creare quell’eterna espressione da piagnone o il suo fare un po’ nevrotico da bambino a cui hanno appena rubato il giocattolo preferito. Recitazione senza verve e in fondo in fondo sempre uguale in ogni film che lo vede protagonista. Salma Hayek fa quello che sa fare meglio: la donna sudamericana con tutti i suoi cliché. Le riconosco l’enorme sensualità che diciamocelo chiaro tiene in piedi tutto il carrozzone. Nella scena di sesso avrebbe meritato un Antonio Banderas e invece gli è toccato uno smorfioso con quell’orribile neo sulla faccia. Poveretta.
VOTO 5,5
0 sentenze:
Posta un commento