Vigilia di Natale. Bologna. Lele, Ugo, Stefano e Franco, quattro amici di lunga data che non si vedono da anni decidono di organizzare una partita a poker coinvolgendo anche un ricco ed eccentrico avvocato, anche lui maniaco del gioco e classico pollo da spennare.
Ugo organizza la serata dicendo a Lele e Stefano che vuole approfittarne per ricucire i rapporti con Franco, visto che i due non si parlano da quando Ugo si è portato a letto quella che all’epoca era la moglie dell’amico. E’ proprio lui a trovare il misterioso avvocato e a convincerlo a partecipare al torneo, sfruttando la sua sua passione per le carte e il suo desiderio di imparare i trucchi del gioco da Franco, il più bravo tra di loro. Franco dopo un attimo di esitazione accetta, soprattutto perché in crisi con la sua attività lavorativa.
I cinque si riuniscono in una villa di proprietà di una conoscente assente per le ferie e iniziano la partita stabilendo che si concluderà entro le 4 e 30 del mattino. Inizialmente Franco vince a ripetizione, complice la sfortuna dell’avvocato, poi proprio quando si sta arrivando alla fine della serata succede l’imprevedibile….
Questo film di Pupi Avati è eccezionale, intramontabile. Il cast è di altissimo livello, con un Carlo delle Piane credibilissimo nella parte del falso perdente e un Diego Abatantuono ai suoi massimi livelli. Non da meno Alessandro Haber, nella classica parte dell’uomo un po’ sfigato ma buono.
Certamente è un film che fa venire il nervoso, soprattutto quando si svela il terribile trabocchetto finale e il conseguente colpo di scena, quest’ultimo amaro ma da Oscar.
La sensazione che si ricava è di una notte lunghissima, fatta di fumo di mille sigarette e di bicchieri con un fondo di whiskey. Una notte in cui l’amicizia è in realtà tradimento e dove i ricordi, quelli brutti e quelli belli, si mescolano insieme in un caleidoscopio di emozioni e nostalgia per una vita felice ormai sfumata. Non trovo nessun difetto a questo capolavoro, meritevole di un posto d’onore tra i film più belli della storia del cinema italiano.
VOTO 10
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