Oggi è un giorno brutto….oggi sei andata via…a piccoli passi verso il cielo. In tutti questi mesi ho cercato di non pensare a quello che stavi passando, a quel male che uccide i sogni, le speranze, la luce. All’inizio ho sperato, pregato, pianto, poi in tutti noi poveri miseri esseri umani arriva quella cosa bruttissima che si chiama rassegnazione. E’ quello il momento in cui si spegne anche l’ultima luce e inizi a convincerti che la cosa migliore sarebbe una morte veloce, un piccolo ma deciso soffio su quella fiamma così debole.
Ma sono egoista, così come chi vuole talmente bene che non riesce a immaginare le proprie giornate senza la certezza di saperti lì, a pochi passi, ancora viva, ancora qui presente, sempre più stanca ma presente.
Undici anni fa una parte di me è morta e non è vero che le ferite si rimarginano perché in realtà i dolori, quelli grandi, rimangono dentro di noi, pronti a riaprirsi come ferite purulente. E il dolore è sempre lo stesso, forse anche più forte. Ho ripensato a quando la tragedia mi ha toccato da vicino e non ero pronta, perché pronte non si è mai quando una malattia ti porta via qualcuno che ami più di te stessa.
All’improvviso ecco che lo spettro della tragedia ritorna, anche questa volta senza preavviso…ed è come precipitare di nuovo in un buco nero. Stavolta la persona più toccata da questa orrenda cosa non sono io (nonostante il mio dolore sia lancinante) ma la donna incredibile che ti ha cresciuto, amato e che ha trovato in te quella compagna di vita che ha reso meno solitarie le sue giornate. Vi ho conosciuto ormai quasi dieci anni fa ed è stato amore a prima vista. Amore, proprio io che ho la cordialità di un mazzo di rovi..ma a volte i miracoli accadono e così siete state le uniche due persone in questo palazzo di stronzi con cui mi faceva piacere trattenermi a parlare. Tu con quel manto nero morbidissimo e lo sguardo dolce come il miele e lei, la tua compagna di vita, con quegli occhi sempre un po’ tristi ma cordiali. Tu e lei per me eravate una famiglia piccolissima ma felice, un’isola di pura bellezza in un oceano di letame. Per me, che sono così timida da sembrare stronza, era meraviglioso incontrarvi felici nelle vostre passeggiate domenicali e sognavo che questa magia vi accompagnasse per sempre.
La solitudine è una cosa orribile, lo so perché ho vissuto 3/4 della mia vita a guardare il mondo attraverso i vetri di casa mia o nello schermo di un televisore. Ho sempre saputo, guardando la tua padrona, che si trattava di una donna con ferite così profonde dentro da rimbalzare fuori e segnare in modo indelebile il suo viso senza un’età precisa. Proprio per questo era stupendo vedere come un sorriso apriva il suo volto ogni volta che guardava in basso verso quei tuoi occhietti così rotondi. Quello era amore, anzi è amore, un amore che non finisce mai neanche quando nel nostro mondo di plastica si spengono le luci…perché i sentimenti forti, i legami autentici rimangono saldi anche quando la morte cerca di spazzarli via. Io lo so che tu continuerai a starle vicina perché sai che ha bisogno di te, perché sai che in questo momento vorrebbe solo raggiungerti e continuare il vostro percorso insieme. Sei lì anche se lei non ti può vedere, ma sente senz’altro la tua presenza e questo le darà un grande conforto e un grande dolore insieme. Lo so perché è stato così anche per me quando Sheila è andata via lasciandomi un vuoto dentro che niente è mai riuscito a colmare.
L’ultimo ricordo che ho di te è stato il tuo ultimo saluto pochi giorni fa, quando sei entrata per la prima volta in casa mia e hai potuto finalmente toglierti la curiosità di vedere il mio grande terrazzo. Ti ho potuto accarezzare e salutarti senza sapere che era l’ultima volta che lo avrei fatto.
Mi manchi un sacco, sto piangendo in modo incontrollabile e ancora non so se sia per ciò che ti è successo o per il pensiero di sapere esattamente cosa sta provando in questo momento chi è rimasto senza di te. Vorrei fare qualunque cosa ma non c’è niente che io possa fare se non sperare che sia forte abbastanza da superare questo brutto momento.
Dicono che adesso sei in un posto meraviglioso, io ne sono sicura. Adesso non stai più male, sei in pace e probabilmente sei felice come quando mi vedevi e scodinzolavi.
Ti voglio bene Nanà, non ti dimenticherò mai…
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