John Rambo (Sylvester Stallone) è un reduce della guerra del Vietnam che una volta tornato in patria non viene accolto con tutti gli onori ma con un arresto per vagabondaggio. L'America ha scordato i propri eroi arrivando addirittura a disprezzarli e a classificarli come poveri pazzi. Rambo si presenta come un brav'uomo in cerca di fortuna ma quando viene incarcerato ingiustamente e trattato peggio di una bestia, qualcosa dentro di lui si rompe facendolo riprecipitare nell'incubo della guerra. Un solo uomo riesce a sconfiggere un intero squadrone di poliziotti e in questo modo nasce il personaggio Rambo: capelli lunghi, molti muscoli, poche parole, molti fatti.
Il primo film è quello più umano, quello più vicino alla psicologia del personaggio, quello che critica il sistema americano (capace di volere una guerra inutile e allo stesso tempo di colpevolizzare chi la guerra è andato a farla). Diciamo che è un gran film che non avrebbe meritato un sequel, figuriamoci tre! Invece, come spesso accadeva negli anni Ottanta, si è voluto sfruttare il successo al botteghino per creare nuove storie, a dire il vero sempre più inverosimili.
Ecco che Rambo viene sempre richiamato al dovere (sfruttando per altro il suo istintivo senso della giustizia) per combattere nuove guerre in Vietnam, in Afghanistan e in Birmania e sempre col compito di liberare qualche imbecille che si è fatto catturare dal nemico di turno.
La cosa sorprendente è che Rambo 2 (1985) e Rambo 3 (1988) sono un misto tra A-Team e Indiana Jones, sia per ironia (molto poca in verità) sia per le varie dinamiche che guidano la storia. Sono filmetti dove la recitazione è davvero pochissima cosa perchè tutto è funzionale alle imprese sempre più titaniche del protagonista, una sorta di Robocop in vesti umane.
L'ultimo (inutile) film è invece l'ennesimo tentativo di Stallone di rivitalizzare la sua (ormai impietosa e plasticosa) immagine attraverso la chiusura (speriamo) delle saghe che l'hanno reso celebre in ogni parte del globo. Questo film si distacca dai precedenti sia per l'assenza del colonnello Trautman che per l'indice di violenza. Pur essendo abituata al genere splatter ho avuto serie difficoltà a mantenere nello stomaco quello che avevo mangiato a pranzo nell'assistere a decapitazioni, squartamenti, corpi ridotti in mille pezzi. Un po' troppo direi. Inoltre in John Rambo il protagonista non è più tale, sembra più una figura comprimaria piuttosto che il grande eroe. L'unica cosa buona è il suo ritorno in America dopo quarant'anni di esilio (dalla penultima sequenza capiamo infatti che si è finalmente rotto le palle in via definitiva delle violenze della guerra).
Dalla recensione si capisce che questo non è uno dei miei personaggi favoriti e inevitabilmente mi viene spontaneo fare un paragone improprio con Rocky che per me rimane la saga dove Stallone ha dato il meglio di sè. Rocky ha tanta recitazione, una storia nella quale è facile immedesimarsi, un protagonista veramente carismatico e a suo modo vulnerabile e capace di accettare i propri limiti (pur riuscendo spesso a superarli). Rambo è un personaggio poco umano, quasi robotico, indecifrabile. I suoi film li vedo come pane unicamente per il pubblico maschile e questo per me ovviamente è un enorme limite.
Voto complessivo 6
2 sentenze:
In effetti il primo Rambo è una cosa e il II un' altra! Nel primo il protagonista è un antieroe vittima di un sistema. Il secondo invece è praticamente puro action!
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