sabato 22 marzo 2014

1 Joyland - Stephen King (2013)

Estate del 1973. Il giovane universitario Devin Jones decide di trascorrere le vacanze lavorando nel parco divertimenti di Joyland, sia per fare qualche soldo sia soprattutto per cercare di dimenticare la ragazza che gli sta spezzando il cuore. Qui conosce altri ragazzi che come lui hanno scelto di lavorare al Luna Park e con loro trascorre le torride ma formative giornate nel parco giochi, iniziando a farsi apprezzare dai burberi "figli del carrozzone" ossia coloro che gestiscono Joyland. Entrando in confidenza con la gente del luogo Devin viene a conoscenza di un fatto misterioso e agghiacciante avvenuto all'interno del castello stregato: una ragazza era stata uccisa al suo interno e da allora molte persone dicevano di averne visto il fantasma. Naturalmente il ragazzo è vinto dalla curiosità e inizia a investigare intorno alla faccenda, soprattutto perchè l'assassino non era mai stato identificato. Nel frattempo conosce anche il piccolo Mike (malato di distrofia) e sua madre che vivono in una grande casa lungo la spiaggia...
 
Romanzo di formazione ma anche piccolo esempio di noir dei giorni nostri. Devin rappresenta il ragazzo che arriva all'età adulta attraverso le delusioni d'amore, il primo lavoro, la prima esperienza sessuale con una donna più grande di lui e con la presa di coscienza che il mondo è un luogo spesso brutto e ingiusto. Ciò non toglie che per lui l'estate e l'autunno trascorsi lontano dalla sua routine non cambiano totalmente il suo modo di vivere in quanto una volta risolto il mistero decide di tornare all'università e lo ritroviamo in primavera innamorato di un'altra ragazza e quasi dimentico della promessa fatta a Mike di andarlo a trovare prima che stesse troppo male. Questo è un elemento abbastanza frequente nei romanzi di King: spesso i personaggi coinvolti in una storia macabra, avventurosa, tragica, finiscono sempre per tornare alle proprie esistenze chiudendosi a riccio rispetto a quello che hanno passato (It è uno degli esempi più celebri da questo punto di vista).
 
Il bello di questo romanzo è la sua semplicità. Penso che l'intento principale del suo autore non fosse il racconto di un crimine efferato ma la cornice nella quale si inserisce ossia come ho detto prima il passaggio dall'età del cazzeggio a quella delle cose serie. Questo si capisce molto bene dal fatto che la parte "gialla" del romanzo è abbastanza semplicistica e non coinvolgente tirata su unicamente dall'apparizione di alcune entità spettrali che conosciamo però solo per via indiretta in quanto essendo il romanzo in prima persona e non avendo mai il protagonista visto alcun fantasma sappiamo della loro esistenza nella storia solo grazie alle testimonianze degli altri personaggi. 
 
Affascinante la scelta di ambientare la storia in un Luna Park, un luogo che abbiamo amato e un po' temuto da bambini e che sta lentamente e inesorabilmente scomparendo dalle nostre città soppiantato da realtà più grandi come Gardaland, Eurodisney e altri enormi parchi tematici. 
 
Il romanzo è breve per chi è abituato ai grandi tomi tipici di Stephen, ma soprattutto è breve perchè si legge veramente tutto d'un fiato e si fatica a tenere da parte qualche pagina per i giorni successivi all'acquisto. Scritto benissimo (ma non è una novità) e con un finale realmente commovente come capita nei romanzi di Stephen King che prediligono l'aspetto umano rispetto alla ricerca del brivido.
 
Ottimo.
 
Voto 8 

1 sentenze:

Anonimo ha detto...

Gran bella recensione, degna di un gran bel romanzo.

Lo ritengo uno dei migliori del Re.

Russ

 

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