Anni 70. New York. Babe è un universitario ebreo con la passione della maratona. Un giorno però la sua vita tranquilla e ordinaria viene scombussolata dalla morte del fratello ucciso dai sicari di un reduce nazista. Da questo momento in poi la vita del ragazzo viene stravolta totalmente da una serie di situazioni tremende in cui viene suo malgrado a trovarsi. La certezza che si fa lentamente e tragicamente strada dentro di lui è che non si può fidare più di nessuno, né della sua ragazza né della polizia.
Film eccezionale sotto ogni punto di vista. Viene difficile anche incasellarlo totalmente nel genere drammatico perché in realtà ha un tratto marcatamente thriller, basti pensare all’ansia che instilla nello spettatore già dalle prime placide sequenze. Un ragazzo con un grosso trauma familiare alle spalle che distrattamente vive la vita quotidiana, perso in una tesi capace secondo lui di riscattare la morte del padre. Non sa molto della vita, vive in un monolocale disordinato e trascorre le sue giornate a correre e sperare di migliorare il suo tempo per la grande maratona della Big Apple. Poi succede qualcosa. Si innamora della donna sbagliata e ritrova solo per poche ore un fratello che in realtà non conosceva neppure. Finisce torturato da un dentista nazista e riesce a scappare proprio grazie alla sua corsa, uccide per non essere ucciso e si vendica in modo analogo a come hanno fatto con lui i suoi aguzzini.
Le emozioni che suscitano film come questi sono difficili da spiegare, bisognerebbe spendere due ore della propria vita per assaporare in prima persona ogni fotogramma e ogni battuta del film. Hoffman è giovane e maturo allo stesso tempo, perfetto per un ruolo controverso come questo. Offre una meravigliosa prova così come il temibile e irriconoscibile Olivier.
Bellissimo
VOTO 9,5
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