Film ben diretto e ben recitato.
Menzione speciale per la sessione di dimagrimento da fame di Matthew McConaughey che evidentemente stufo di interpretare ruoli da belloccio con la tartaruga in bella mostra si reinventa come attore impegnato (riuscendoci anche bene). Mio parere personale: forse la statuetta d'oro che campeggia nel suo salotto è più per lo choc procurato dal suo aspetto emaciato che per effettiva bravura. Per carità, il ruolo era complesso e la sua immedesimazione nel ruolo di un malato di Aids è stata perfetta ma gli ho preferito di gran lunga Jared Leto, splendido e struggente nella parte di Rayon (questo sì un ruolo che avrebbe messo a dura prova chiunque e non per motivi estetici ma per la rinuncia totale a quella virilità che il cinema Hollywoodiano sbandiera in ogni sua mega produzione cinematografica). Leto in questo film raggiunge mette inarrivabili e merita di gran lunga l'Oscar, molto più del protagonista principale.
Il film si svolge negli anni 80 in Texas e racconta la storia di un uomo che scopre in maniera del tutto casuale di aver contratto l'Hiv. Per lui, uomo dalle mille donne da una notte, è come una pugnalata al basso ventre perchè significa perdere il lavoro, essere deriso e schifato dai suoi amici che pensano che sia un omosessuale, perdere la casa. Sarà la disperazione e la voglia di vivere nonostante la diagnosi infausta dei suoi medici che lo spingerà a dare una svolta alla sua vita.
Al regista e agli sceneggiatori spetta il compito di descrivere un'epoca ancora ignorante e oscurantista rispetto al contagio e alla diffusione dell'Aids, considerata allora come una malattia trasmissibile quasi unicamente attraverso i rapporti omosessuali.
Il film ad un certo punto prende quasi un taglio documentarista che almeno dal mio punto di vista lo appesantisce moltissimo. La storia personale di Ron viene quasi soffocata dalle critiche al sistema Fda che proibisce ai cittadini l'uso di sostanze non approvate.
Un film bello ma non eccezionale.
Voto 7
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