Lino (Lino Banfi) è un immigrato pugliese che si guadagna da vivere “rivitalizzando” tramite scossa elettrica delle cozze al mercato di Torino. Soggiorna come ospite a casa della sorella, sposata con un operaio torinese della Mirafiori e madre di un ragazzino spione e rompiballe. Lino non ha un quattrino ma in compenso è fidanzato da anni con una bella ragazza di Venezia, Rossana (Mara Venier), che fa la cassiera al “Bar dello Sport”, luogo che rappresenta l’unico diversivo nelle sue grigie giornate piemontesi.
Un giorno decide di giocare la schedina del Totocalcio accettando il suggerimento di Parola (Jerry Calà), lo sguattero del bar, muto e con il vizio del poker. Parola lo convince a mettere 2 nella partita Juventus Catania e grazie a questa dritta, diventa milionario centrando un bel 13. Tutti iniziano a chiedere la loro parte e Lino, dopo aver perso anche la donna, parte con Parola per la Costa Azzurra. Qui, il sordomuto si fa tentare dal Casinò finendo per perdere tutto il miliardo vinto e cosa resta da fare a Lino se non giocare l’ultima fiche e puntare tutto sul 2???
Commedia italianissima, dal cast, alla tematica del totocalcio, all’immigrato meridionale, alla colonna sonora (l’Italiano di Toto Cutugno). A me è piaciuto e forse sono matta. Non so ma da quando Lino Banfi si è riciclato con Un Medico In Famiglia, sono riuscita a scoprire i suoi talenti nel campo della recitazione e devo dire che in questo film, al di là di tutto, si piazza un buon gradino o due sopra il resto del cast. Come non citare Mara Venier e la sua pochezza ravvivata solo da un bel fisico? Jerry Calà fresco fresco di Sapore di Mare è messo a tacere dal suo stesso ruolo e questo è un bene per i miei delicati nervi visto che non ho mai sopportato le sue battute da idiota e la cadenza da meridionale trapiantato a Milano. Purtroppo la faccia è rimasta così come le sue espressioni facciali da rincoglionito. Facciamocene una ragione. Sigh. Il film ha un fondo amaro che racconta tra i sorrisi la situazione critica che vivevano i meridionali che cercavano fortuna al Nord, una storia fatta di battutacce, disprezzo e orgoglio che poi nel giro di 30 anni ha dato come frutto generazioni di ragazzi di origini meridionali che votano Lega e prendono a calci i nuovi immigrati. Questa pellicola racconta l’Italia prima di tutto questo e si sofferma anche su quella che era la grande passione dell’italiano medio, la ricerca ossessiva del 13 al Totocalcio. Oggi il Totocalcio esiste ancora, povero tra i poveri, soppiantato dalle scommesse sportive in tempo reale e dal Superenalotto. Un po’ fa tristezza questo film, troppo simile ad un vecchio album di fotografie, ma forse sta proprio qui il bello, poter riassaporare un po’ di quell’ingenuità che abbiamo perso per strada.
Voto 6,5
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