I giapponesi sono soliti riprendere in mano miti e leggende occidentali ridisegnandole e reinterpretandole in chiave nuova. In questo caso non si sono fatti sfuggire la celeberrima fiaba di Cenerentola trasformandola in una storia lunga ben 26 episodi che non ha niente a che fare né con l’originale di Perrault né tantomeno con la grande opera d’arte firmata Disney. Le intenzioni sarebbero anche buone ma l’inverosimiglianza della storia lo rende un prodotto indicato solo per le under 15 tutte innamorate dell’aitante principe Carlo (ben diverso da quella figura poco incisiva e succube del principe azzurro Disney) e delle avventure della giovane Cenerentola sempre alle prese con una questione da dirimere con l’aiuto del cane Paco e di svariata altra fauna. Rimane l’impianto originario costituito dalla matrigna e dalle sorellastre così come la fata madrina (in questo caso una pittrice con poteri magici) e la scarpetta di cristallo. Tutto questo per me che sono cresciuta con la Cenerentola Disney risulta pesante e fuori fuoco. Non è ironico, non è appassionante, non è poetico e poi come si fa a sopportare per 26 episodi quel fastidioso minuetto che fa da sottofondo alla storia???
lunedì 7 gennaio 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 sentenze:
Posta un commento