Questo meraviglioso anime è andato in onda in Italia nel lontanissimo 1991 e da allora si sono perse le tracce, a mio modo di vedere per misteri imperscrutabili visto che si tratta di un vero e proprio capolavoro opera della grande Rumiko Takahashi, autrice anche del più conosciuto E’ quasi magia Johnny (nell’originale Orange Road). Maison Ikkoku si compone di 96 episodi e racconta la storia (che si svolge in pieni anni 80) tra lo studente universitario Godai e la giovane vedova Kyoko, amministratrice della Maison Ikkoku, un modesto alloggio che ospita oltre a Godai anche la pettegola Ichinose, lo schietto e dissacrante Yotsuya e la rossa Akemi. Altri personaggi ruotano intorno ai protagonisti tra i quali l’aitante maestro di tennis Mitaka, la nonnina di Godai e il suo migliore amico Sakamoto. Inutile dire che si tratta di una storia che mescola sapientemente romanticismo ed equivoci a non finire. In molte puntate si passa dal riso al pianto grazie anche ad un’atmosfera capace di far commuovere anche solo attraverso uno sguardo o un gesto. Come nella migliore tradizione nipponica, tutta la storia si sviluppa gradualmente finendo per avere progressi veramente importanti solo nelle ultime 10 puntate. Insomma chi cerca il bacio deve aspettare e aspettare perché la serie rispetta molto quelle che sono le tradizioni nipponiche in materia sentimentale, ossia un lunghissimo corteggiamento per arrivare ad un singolo bacio, preludio di una richiesta di matrimonio. A noi occidentali tutto questo appare come qualcosa di inconcepibile ma chi ama questo cartone sa che tutto è funzionale alla storia.
Un grosso difetto è da imputare al doppiaggio, perfetto per le prime 50 puntate o giù di lì e poi terribile in quella che è alla fin fine la parte più importante. I doppiatori cambiano e si fa estrema fatica ad accettare le nuove voci, spesso troppo caricaturali e inadatte ai vari personaggi. Oddio verso la fine ci si abitua anche ma sarebbe comunque stato meglio non cambiare doppiatori. Altro difetto a mio parere abbastanza evidente, è il fatto che non si è tenuto in alcun modo conto di una delle puntate centrali (per me la più bella), una puntata che dava ad intendere che da lì in poi le cose tra Godai e Kyoko sarebbero iniziate a farsi più interessanti. Parlo della numero 40. In realtà poi è come se non fosse successo niente e si torna punto e a capo. Nonostante ciò si tratta sempre di una bellissima serie totalmente snobbata dalle reti nazionali e dalle principali reti private, relegata su canali locali dove spesso e volentieri venivano saltati episodi o cambiati orari. Non ci sarebbe neanche niente da censurare in un anime che come accennavo prima è il trionfo del tradizionalismo e delle consuetudini famigliari a livello di relazioni sentimentali. L’unica concessione alla trasgressione sono i numerosi festini a base di sakè e birra del malefico trio formato da Ichinose, Achemi e Yotsuya.
In una parola: imperdibile.
Voto: 9,5
1 sentenze:
Orange Road è stato fatto da Izumi Matsumoto, mentre Rumiko Takahashi è l'autrice di Lamu,(Maison Ikkoku),Ranma 1/2 e del piu recente Inuyasha...
Mi ricordo che al epoca Orange Road e Cara dolce Kyoko erano trasmessi nello stesso periodo, c'era una somiglianza nei disegni dei personaggi che poteva lasciar pensare che l'autore fosse lo stesso.
Piccolo accorgimento di un fan di Rumiko, anchio come te penso sia un opera stupenda Maison ikkoku e non credo sara' mai eguagliata...il suo segreto penso sia la delicatezza nel descrivere la storia...che ti fa assaporare in pieno il sentimento del amore.
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