lunedì 24 giugno 2013

0 Istinct (1999)

Se c’è una cosa che mi fa commuovere sono i film sugli animali e questo è decisamente straziante. I gorilla sono da sempre protagonisti di film epocali come il celebre King Kong o Gorilla nella nebbia che introducono nuovi elementi nella caratterizzazione di questo interessante animale. Si tratta di un animale intelligente e sensibile, purtroppo vittima di bracconieri e bastardi che li catturano per poi metterli in qualche zoo. Questo film insegna come gli animali siano superiori all’uomo almeno nella sfera della sensibilità e dell’accoglienza del diverso. Ovvio ma non banale il parallelismo tra la situazione dei malati di mente picchiati dai cosiddetti “normali” e la comunità dei gorilla che invece accoglie in modo semplice e immediato un essere umano.

Anthony Hopkins è come al solito padrone di tutta la scena e non c’è altro da aggiungere tranne una cosa

W GLI ANIMALI E L’AMBIENTE

VOTO 7

sabato 22 giugno 2013

0 In Bruges (2008)

Due sicari vengono spediti a Bruges dal loro mandante (il pazzoide Harry) per allontanarsi da una scena del delitto andata male. Il più giovane dei due (Ray) infatti ha ucciso inavvertitamente anche un bambino violando difatti il codice etico del suo “capo”. Harry ordina così a Ken di eliminare Ray per punirlo del crimine commesso.

Il film è un thriller atipico nel senso che ciò che prevale non è la suspence ma un melange di elementi della commedia nera, dello splatter, del dramma e dell’action. Tutto ruota intorno ad una città che pochi conoscono ma che rimane impressa per il suo caratteristico aspetto medievaleggiante che per Harry rappresenta l’ultimo dono per il maldestro Ray. Harry infatti valuta Bruges come la meta dei sogni, un piccolo mondo di fiaba dove varrebbe la pena morire…peccato che Ray detesti cordialmente questo piccolo centro ricco di cultura e monumenti.

Non ci sono eroi buoni in questo film ma solo uomini guidati da un’etica particolare che si guadagnano da vivere uccidendo la gente ma che non possono sopportare che venga ammazzato un bambino. In ogni modo il film si lascia guardare ed è apprezzabile la scelta del cast composto per lo più da una trilogia di attori britannici che recitano da Dio: il magnetico e cattivissimo Ralph Fiennes (sempre più simile alla sua controparte Potteriana Voldemort), Brendan Gleeson e un autoironico Colin Farrell.

VOTO 7

domenica 9 giugno 2013

0 Il buono, il brutto e il cattivo (1966)

Da molti viene considerato non solo come il capolavoro di Sergio Leone ma anche come la quintessenza del genere western e in effetti anche a distanza di quasi quarant’anni “Il buono il brutto e il cattivo” rimane un grandissimo film con un trio da leggenda: Biondo (Clint Eastwood), Tuco (Eli Wallach) e Sentenza (Lee Van Cleef).

Sergio Leone rilegge il genere western trasformando un semplice canovaccio con cowboy e deserti in leggenda. Chiaramente gran merito va ad Ennio Morricone, capace di creare una colonna sonora che lascia senza fiato: potente, grandiosa e riuscito corollario per ogni segmento di film, sottolineando via via i momenti tragici, avventurosi e pericolosi. Ma se tutto risiedesse in una bella musica allora non si spiegherebbe tanto successo in ogni angolo del mondo e infatti il film è perfetto in ogni sua parte.

Il cast rappresentato in definitiva da tre protagonisti è spettacolare perché ognuno di essi incarna veramente una tipologia di uomo sia attraverso la recitazione che grazie ai connotati fisici: Van Cleef è straordinariamente perfido e luciferino, Tuco è brutto ma anche infingardo e il Biondo non è propriamente un eroe buono ma attraverso piccoli ma significativi gesti dimostra di incarnare il lato positivo della storia. Clint Eastwood è entrato di diritto nella top ten delle icone più famose del cinema grazie a quel sigaro perennemente a un lato della bocca e alla velocità con cui spara da qualunque distanza.

Sergio Leone da par suo utilizza in modo eccellente la macchina da presa giocando sapientemente tra primissimi piani e campi lunghi ma anche sperimentando tecniche di ripresa nuove nel genere western, vedi per esempio la corsa di Tuco tra le tombe del cimitero che ci mostra il punto di vista del protagonista in un confuso vortice di immagini sfocate perché velocissime e frutto di una corsa circolare.

Molti potrebbero essere scoraggiati dalla lunghezza del film (quasi tre ore) ma in realtà il racconto è talmente coinvolgente e vario che difficilmente si corre il pericolo di troncare la visione. E’ un capolavoro e come tale va visto.

VOTO 9

mercoledì 5 giugno 2013

0 Gone baby gone (2007)

Opera prima di Ben Affleck. Il celebre attore confeziona un superbo thriller ricco di tensione e dramma che si chiude con un fotogramma carico di amarezza.

La vicenda è a prima vista semplice: due detective privati vengono contattati da una coppia per ritrovare la loro nipotina scomparsa. I due decidono di accettare collaborando così con due agenti di polizia (incaricati ufficialmente del caso) per trovare la pista giusta per rintracciare la piccola (figlia di una tossicodipendente). Le cose però prendono una piega sempre più tragica e imprevedibile fino alla “presunta” morte della piccola. Patrick (il detective interpretato da Casey, fratello di Affleck) però inizia a capire che qualcosa di strano sembra aleggiare intorno a tutta la questione e decide di indagare finendo per scoprire che in realtà erano stati gli agenti di polizia ad architettare la sparizione della bambina per toglierla da una situazione di degrado e miseria alla quale sarebbe stata condannata. La piccola in realtà non è morta ma vive con uno di loro in un ambiente sereno e tranquillo. Patrick, guidato da un senso della giustizia che travalica il buon senso, denuncia il fatto alle autorità competenti riportando così la bambina al suo status originale. Questa scelta lo porta a perdere l’amore della sua compagna che era contraria alla sua decisione e dopo poco tempo si renderà conto che aver seguito le regole non è servito a niente, ma anzi ha peggiorato la situazione.

Il film mette al centro di tutto la psicologia dell’uomo e in particolare il grande interrogativo su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Patrick d’istinto uccide un pedofilo che ha ammazzato un bambino ma dopo averlo fatto se ne pente nonostante tutti si complimentino con lui. Il suo senso della giustizia lo porta a commettere tutta una serie di sviste ed errori che denunciano la sua inutile inflessibilità nei confronti di situazioni risolte in maniera non consona alla legge. Lui sa che la bambina crescerebbe meglio lontano dalla madre ma nonostante ciò teme di pentirsene più avanti e così sceglie una strada che inevitabilmente finisce in un vicolo cieco, infatti la donna dopo un’iniziale pentimento per essere stata poco presente ritorna dopo poco tempo al suo egoismo congenito, abbandonando la figlia davanti ad un televisore acceso mentre lei esce per un incontro occasionale.

Il film merita la visione per tanti motivi: è girato bene, ha dei buoni dialoghi, dei bravissimi attori e un soggetto bellissimo. Consigliato a tutti.

VOTO: 9

martedì 4 giugno 2013

0 Ghost son (2006)

Un film molto recente di Lamberto Bava, un grande e poco celebrato regista di tanti cult movie risalenti soprattutto agli anni 80. Come suo solito firma anche il soggetto che si rileva davvero intrigante e sviluppato in modo intelligente se sorvoliamo su alcuni elementi molto improbabili (vedi la posizione in cui si trova il corpo di Mark al momento dell’incidente).

Al centro della storia vi è una donna, Stacey, che vive insieme a Mark in una grande casa nel continente africano. Tutto procede alla grande finché l’uomo muore in un incidente stradale. Da questo momento il suo spirito inizia a perseguitare Stacey per convincerla ad uccidersi per poterlo raggiungere nell’aldilà. Non contento la mette incinta. Nasce Martin un bambino molto strano e inquietante che porterà la madre ad un passo dalla follia.

Come dicevo il film è ben realizzato e conta nel cast anche il noto John Hannah che si trova nelle stravaganti e nuove vesti di fantasma perverso. Certo i mezzi sono pochi ma a volte non è necessario mobilitare milioni di dollari per creare un buon thriller e il fatto che sia girato da un italiano è sicuramente motivo d’orgoglio per tutti noi amanti del genere.

VOTO 6,5 

 

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