martedì 19 febbraio 2013

0 Che fine hanno fatto i Morgan? (2009)–Marc Lawrence

Si è perso il conto di quante commedie americane trattino dell’argomento “coniugi in crisi che si riscoprono innamorati attraverso una convivenza forzata”. In questo caso i protagonisti sono i Morgan interpretati in modo assai dimenticabile da un sempre più ridicolo Hugh Grant e da una scontatissima Sarah Jessica Parker.

Le risate latitano e così si passano 90 minuti a metà strada tra un sorrisetto stentato e una serie di sbadigli che si fanno sempre più pressanti da metà film in poi.

La trama non coinvolge (i due entrano di fatto in un sistema di protezione della polizia per essere stati testimoni oculari di un omicidio in quel di New York e così vengono dirottati verso la provincia americana fatta di repubblicani, doppiette e rodei) e non diverte, non appassiona per niente perché i due attori protagonisti sono totalmente incapaci di creare una vera alchimia sia tra di loro che con il pubblico che li guarda aspettandosi fondamentalmente niente viste le premesse. La Parker ripropone il personaggio che l’ha resa celebre nel mondo ossia la romantica Carrie non entrando per niente nelle dinamiche della storia molto più volte almeno nelle intenzioni verso la commedia più leggera.

Un film assolutamente evitabile.

VOTO 5

domenica 10 febbraio 2013

0 Changeling (2008)–Clint Eastwood

C’è sempre qualcosa di oggettivamente inquietante nell’approcciarsi ad un film tratto da fatti realmente accaduti. Soprattutto quando i fatti a cui ci si riferisce sono così drammatici e crudi. In questo caso Clint Eastwood firma la regia di un film capolavoro che racconta ciò che accadde ad una donna californiana nel lontanissimo 1928. La signora Collins (interpretata in modo magistrale dalla bellissima Angelina Jolie, nella seconda prova come reclusa in un ospedale psichiatrico) tornando dal lavoro non trova più il suo bambino e così si rivolge disperata alla polizia di Los Angeles affinché possa mettersi subito alla ricerca del piccolo. Ma la polizia in quel tempo era accusata di corruzione e malaffare e così per riconquistare punti agli occhi dell’opinione pubblica architetta un subdolo piano che ha come vittima proprio la Collins. Le comunica infatti di aver ritrovato suo figlio ma in realtà si tratta di un bambino sconosciuto convinto a recitare la parte del piccolo Collins. Ovviamente la donna dichiara subito che non si tratta di suo figlio ma la polizia la fa internare con la motivazione che la donna non è più in grado di distinguere la realtà dalla sua immaginazione. La donna però non si arrende e così continua a cercare suo figlio.

Il film è una ricostruzione perfetta dell’epoca, costumi, trucco, dialoghi, ambienti, tutto è frutto di uno studio attento e preciso ma nonostante questa puntigliosità il film non cade mai nel documentarismo e regala tanto a livello emozionale. Le due ore scorrono infatti veloci impreziosite da un percorso narrativo lineare, inesorabile e crudo. Un bellissimo esempio di come gli americani siano dei maestri nel campo della cinematografia anche senza l’ausilio di effetti speciali.

VOTO 9

mercoledì 6 febbraio 2013

0 Il cavalier Costante Nicosia…(1975)–Lucio Fulci

Lando Buzzanca stavolta veste i panni di un industriale di Cefalù che ha fatto fortuna a Cantù sposando una donna del luogo chiamata Mariù. Assonanza voluta? Sì perché il nostro Costante Nicosia è molto superstizioso e pensa che la u finale per di più accentata sia la strada da seguire per continuare a vivere agiatamente oltre alla quotidiana strofinata alla gobba del suo inserviente. Una notte un gatto nero gli attraversa la strada, rompe uno specchio e riceve la maledizione massima da una vecchia siciliana arrivata in Brianza a trovare i parenti. Tutto ciò si traduce in una stralunata sventura che lo trasforma addirittura in vampiro dopo un’ammucchiata in Transilvania durante un viaggio d’affari.

Come si può capire ci troviamo davanti ad una commedia che mischia elementi “horror” alla Fulci. L’idea è divertente quanto lo può essere una commedia con protagonista Lando Buzzanca. Ci sono molti elementi discutibili che sembrano non c’entrare niente con la trama ma in fondo si tratta di un minestrone dove ogni elemento richiama fortemente l’epoca in cui il film è stato girato: donne a seno nudo, battute a doppio senso, siciliani a Milano, gli scioperi degli operai.

Fulci ha fatto di meglio, Lando Buzzanca no.

VOTO 5

martedì 5 febbraio 2013

0 Cavalleria (1936)–Goffredo Alessandrini

Classico drammone anni 30. Ufficiale di cavalleria si innamora, ricambiato, di Speranza figlia maggiore di un nobiluomo di Torino. I due non riescono a coronare il loro sogno d’amore perché la giovane è costretta a sposare un ricco uomo che con le sue finanze può salvare l’azienda di famiglia dal fallimento. Chiaramente il lieto fine non esiste perciò mano ai fazzoletti.

Amedeo Nazzari, giovanissimo e sempre attraente, regge da solo tutta la baracca e dimostra ancora una volta come un bell’aspetto esteriore possa coniugarsi con un’ottima recitazione.

Il film è vetusto e si nota da ogni punto di vista, dal montaggio alla Griffith (dissolvenze in entrata e in uscita, primi piani, forte espressività dei volti figlia di un passaggio recente dal muto al sonoro) al trucco, al linguaggio. Per estimatori.

VOTO 6,5

lunedì 4 febbraio 2013

0 Che nostalgia i balletti di una volta…

L’altra sera presa dalla solita noia di un sabato uguale a tanti altri mi sono messa a spulciare video di balletti anni 80 e 90 su You Tube e devo dire che mi sono commossa tantissimo. Per me la presenza di un corpo di ballo in una trasmissione era un punto fondamentale del divertimento nei piccoli e grandi varietà di tanti anni fa. Quei ragazzi e quelle ragazze che sudavano e si dimenavano per più di 5 minuti su basi mixate a dovere era “vita”. Mi comunicavano emozioni e fatica, mi regalavano dei momenti di piacere visivo ed emotivo. Conoscevo addirittura i nomi dei coreografi e di gran parte dei ballerini e questo era possibile perché non mancava puntata che i presentatori di turno facessero dire il proprio nome ad ogni singolo ballerino presente sul palco. Il nome del coreografo era scandito bene e non sussurrato in gran fretta come succede adesso. Era un mondo che esisteva per arricchire le trasmissioni e renderle ancora più appetibili. Io non sono mai stata una grande estimatrice delle varie prime ballerine di Fantastico, ricordo che detestavo cordialmente la Cuccarini perché non la trovavo così brava e perché era sempre avvolta da questo finto buonismo che continua tra l’altro a portarsi appresso anche a 50 anni suonati. Heather Parisi per me era troppo glaciale ma riconoscevo la sua bravura fuori dal comune e mi piaceva il fatto che le ragazzine dell’epoca la vedessero un po’ come un modello da seguire. La Parisi è un mito e sempre lo sarà nonostante abbia deciso di prendersi una lunga vacanza dal mondo dello spettacolo. Mi ricordo che qualunque trasmissione andasse in onda sulla Rai il corpo di ballo aveva sempre delle costanti tanto da rendere riconoscibilissimi i ballerini (ricordo benissimo Luca Tomassini con i capelli lunghi fino alle spalle o il bel Fabrizio Mainini, per non parlare del mitico Tony primo marito di Cristina Quaranta e considerato bonazzo da tutte le ragazzine del tempo). L’emozione ti avvolgeva, il cuore batteva più rapido e la musica ti avvolgeva in un ritmo pieno di vita. Erano i tempi di Flashdance, Dirty Dancing, Footloose….tutti film che hanno in qualche modo codificato il ballo e lo hanno voluto celebrare. Da tanti anni ormai le coreografie sono scomparse dalla televisione, oddio qualcosa rimane sulla Rai ma è davvero poca roba, quasi un residuato bellico che non deve intralciare i ritmi sempre più blandi delle trasmissioni attuali. Amici ha svilito il ruolo del ballerino, riducendo tutto a discussioni sul collo del piede. Maria de Filippi non ha creato nessuna nuova Parisi o Cuccarini nonostante siano passati centinaia di ragazzi sui nostri schermi di casa. Tutta una massa di poveracci che non si affacceranno mai oltre i muri delle loro scuole di ballo di periferia. Il ballo era professionalità ed eccellenza. L’ultimo grande ballerino per me è stato Kledy e di acqua ne è passata sotto i ponti visto che pure lui ha raggiunto i 40 anni. Ho nostalgia di tutto quello che non c’è più, persino delle Spintarelle di Beato tra le donne.  

sabato 2 febbraio 2013

0 La casa sul lago del tempo (2006)–Alejandro Agresti

A volte fa proprio bene al cuore godersi la visione di un film sentimentale soprattutto se non banale. Ecco sicuramente un aggettivo che non si addice a questo film è “banale”. Siamo infatti nel campo dell’irreale, del fantastico, dell’impossibile, siamo alle prese con l’amore che sfida le leggi del tempo. I due protagonisti, Kate (interpretato dalla mia Sandra Bullock) e Alex (Keanu Reeves) vivono in due anni diversi ma non si sa come riescono a comunicare attraverso una buca delle lettere della casa sul lago (luogo dove hanno vissuto entrambi ma ovviamente in momenti diversi) e così iniziano a instaurare un rapporto che presto si trasforma in vero amore. Il problema ovviamente è incontrarsi, ma si sa quando si è innamorati tutto è possibile e così ecco anche un bel lieto fine che riporta ciò che era impossibile nel campo delle possibilità.

I punti forti del film sono chiaramente la trama e gli attori protagonisti mentre forse l’unica nota dolente è il ritmo piuttosto lento del film che però è del tutto giustificato da questa strana atmosfera onirica che caratterizza la storia stessa. I due personaggi si incontrano più volte nel corso del film ma sempre per volere di Alex che chiaramente ha la fortuna di vivere nel passato e quindi di poter prevedere i possibili incontri con la sfiduciata Kate. Solo l’ultima mossa, che è poi quella decisiva, è merito di Kate che riesce per il rotto della cuffia e grazie al destino a salvare la vita al suo amato e a poterlo finalmente incontrare nel tempo giusto, così come accade nel suo libro preferito.

VOTO 7,5 

 

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